Diffondevano materiale pedopornografico via chat: 3 persone arrestate, 12 denunciate
Le indagini sono state condotte nell'ambito dell'operazione "Area pedonale" dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino
11/10/2022 di Giordana Battisti
La Polizia di Stato, grazie alle indagini condotte nell’ambito dell’operazione Area pedonale dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino, è riuscita a concludere una complessa operazione di contrasto alla pedopornografia online che ha condotto all’esecuzione di 12 decreti di perquisizione e alla denuncia di altrettante persone, delle quali quattro minorenni, responsabili di detenzione e diffusione di contenuti realizzati mediante sfruttamento di minori. Tre persone sono state arrestate in Campania, Calabria e Lombardia.
L’indagine è stata diretta dalla Procura di Torino, Gruppo Criminalità Organizzata e Reati Informatici, e coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma e ha interessato tutto il territorio nazionale. L’operazione ha coinvolto infatti altri Uffici della Specialità, in particolare i Compartimenti di Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto.
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L’indagine sul materiale pedopornografico online
Gli agenti, operando sotto copertura, sono entrati in contatto con gli utenti che sulla chat di gruppo di una piattaforma di messaggistica che garantisce ampio anonimato agli utenti dichiaravano di possedere o pubblicavano materiale pedopornografico, proponendo anche di scambiarlo. Gli investigatori sono riusciti a identificare l’amministratore di un canale che consentiva di accedere a materiale pedopornografico pagando una sorta di iscrizione e versando la somma di 25 euro. L’uomo, accusato di «commercio di materiale pedopornografico aggravato per aver utilizzato strumenti volti a impedirne l’identificazione», è stato arrestato in Calabria e gli sono stati sequestrati supporti informatici e carte di debito e di credito, oltre a un portafogli elettronico.
Telegram, il noto servizio di messaggistica istantanea, nel corso degli ultimi anni è finita spesso al centro delle polemiche a causa della facilità di accesso al materiale pedopornografico e ad altri tipi di contenuti illegali. Anche se la comunicazione ufficiale della Polizia di Stato non menziona Telegram, è probabile che la piattaforma scelta per diffondere materiale illegale sia proprio questa.