Luciana Lamorgese: «Italia e Malta non vengano lasciate sole dall’Europa per la gestione dei migranti»

La minaccia di Erdogan di “mandare” migliaia di profughi verso l’Europa pesa come un macigno, soprattutto su paesi come Italia e Malta, geograficamente più esposti. Ma come evidenzia Luciana Lamorgese, il nostro paese sta facendo le spese anche «del particolare momento politico che sta vivendo la Tunisia» e che sarebbe alla base dell’aumento degli sbarchi. Per questo la ministra dell’Interno si rivolge direttamente all’Europa, affinché faccia la sua parte nel processo di stabilizzazione politica e soprattutto non abbandoni Italia e Malta.

Luciana Lamorgese: «Italia e Malta non vengano lasciate sole dall’Europa per la gestione dei migranti»

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L’approccio unitario, condiviso e solidale è alla base del Patto di Malta a cui hanno aderito Italia, Malta, Francia, Germania,  Irlanda, Lussemburgo e Portogallo. Si tratta di troppi pochi paesi però, tanto che il rischio è che il patto salti ancora prima dei mesi di sperimentazione. «Un nuovo patto di solidarietà europeo deve nascere dalla consapevolezza che l’Italia e Malta rappresentano i porti di primo approdo per poi raggiungere altri Paesi europei» ha dichiarato Luciana Lamorgese intervistata dal Corriere della Sera. «La bozza di accordo può rappresentare il cambio di passo» ha continuato la ministra dell’Interno chiarendo che la direzione da imboccare è quella «di un sistema di gestione più equo e bilanciato» e che, si auspica la donna del Viminale, «possa vedere progressivamente coinvolti il maggior numero possibile di partner europei».

Superare gli squilibri, investire in una strategia di rimpatri a livello europeo e riformare il Trattato di Dublino

Il problema centrale, evidenzia Lamorgese, risiede negli attuali squilibri «nella ripartizione degli oneri tra gli Stati membri». Ecco perché il meccanismo di redistribuzione dei migranti «basato su procedure di ricollocazione automatiche» può far si che «non vi siano incertezze in merito alla gestione dell’accoglienza» sia al momento dello sbarco che per quale Stato membro se ne debba fare carico. Passi che potrebbero portare, nelle speranze di Lamorgese, alla tanto agognata riforma del Trattato di Dublino. Ma «una politica migratoria e di asilo efficace» richiede necessariamente «una strategia di rimpatri a livello europeo per coloro che non hanno diritto a rimanere». Una operazione che va di pari passo con la creazione e stabilizzazione dei corridoi umanitari verso l’Europa «per le persone più vulnerabili che finora ci hanno consentito di accogliere solo dalla Libia oltre 850 richiedenti asilo».

(Credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

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