Il patto di Malta sui migranti rischia già di crollare

Luigi Di Maio trionfale aveva tuonato che grazie al patto di Malta i rimpatri sarebbero stati molto più rapidi e la redistribuzione dei migranti più strutturata tra i paesi europei. Peccato però che le parole del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non siano altrettanto ottimiste: il rischio è infatti che il Patto di Malta non cominci nemmeno i suoi sei mesi di prova.

Il Patto di Malta sui migranti rischia già di crollare

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Sono troppo pochi i paesi che hanno aderito al Patto di Malta, «tre o quattro» come evidenzia la donna del Viminale, e sono, oltre ai firmatari Italia, Malta, Francia e Germania,   «Irlanda, Lussemburgo e Portogallo». Considerando che il 90% dei migranti in arrivo chiedono asilo, «bisogna allargare la condivisione» avverte Lamorgese, in procinto di partire per Bruxelles e avviare dialoghi con gli altri membri Ue per convincerli ad entrare nel progetto, almeno per i sei mesi pilota, con la speranza che vengano rinnovati.

I numeri degli sbarchi

Un punto pericoloso è pero quello previsto dal Patto e rilanciato dal ministro tedesco Seehofer, che ha ribadito che «lasceremo l’accordo se i migranti da accogliere da centinaia diventeranno migliaia».  Per ora il rischio non sembra esserci: la vera emergenza per ora si registra nel Mediterraneo orientale poiché, in risposta alle trivellazioni al largo di Cipro, Erdogan ha ripreso a far partire i barconi. In vera crisi sono Grecia e Cipro, mentre l’Italia, nonostante la propaganda, si trova al diciassettesimo posto per domande di asilo e il numero degli sbarchi è crollato non di poco dal 2018, come riporta Repubblica.

 

(Credits immagine di copertina: ANSA / MATTEO BAZZI)

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