No, non è come dice Salvini: la Lega non è il primo partito con il Pd staccato

Le interpretazioni sulle elezioni regionali sono state smentite dai dati

22/09/2020 di Gianmichele Laino

Partiamo da una dichiarazione di Matteo Salvini rilasciata questa mattina. Commentando le elezioni regionali 2020 e il peso specifico della Lega nella coalizione di centrodestra, il numero uno del Carroccio ha detto: «Se i voti contano, la Lega è il primo partito con il Pd staccato di molto». Da ciò si evince che, secondo Salvini, dalle elezioni regionali emergerebbero due cose: Lega primo partito in Italia e grande distacco rispetto al Partito Democratico.

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Lega primo partito? Cosa dicono davvero i dati

Ma è davvero così? L’affermazione di Salvini ha bisogno di un piccolo fact checking, facilmente effettuabile grazie ai dati delle singole liste nelle 6 regioni dove si è andato al voto (esclusa la Valle D’Aosta, dove in corso lo scrutinio, dove la Lega è effettivamente il primo partito, ma dove la somma dei voti non va a influire sulla classifica stilata dagli elaboratori dopo le altre sei competizioni regionali). Facciamo una premessa: il dato non potrà mai essere fedele rispetto a un possibile esito delle elezioni politiche, dal momento che l’elettorato è stato attratto anche da una serie di liste civiche, la cui collocazione non sempre è ben definita.

Lega primo partito, ma solo con la lista Zaia

Matteo Salvini, forse, approfitta anche di questo presupposto. Il leader del Carroccio nel suo conto, calcolerebbe anche i voti ottenuti dalla lista di Luca Zaia, che in Veneto ha avuto un vero e proprio exploit con quasi un milione di voti (per la precisione 915.300). Ma abbiamo visto quali siano le differenze tra il consenso personale tributato a Zaia e la sua posizione all’interno della Lega. Effettivamente, se si aggiungessero i voti di Zaia, la Lega supererebbe il Partito Democratico di circa 400mila voti (2,1 milioni di voti contro gli 1,7 dei dem). Tuttavia, anche il dato del Partito Democratico è edulcorato rispetto ai voti tributati ad altre liste di centrosinistra.

Lega primo partito? Il ruolo del Pd e il campanello d’allarme sul proporzionale

Per questo, il termometro più concreto è quello che si basa sui voti al simbolo. Secondo questo criterio, è il Pd il partito più votato nelle regioni italiane impegnate nelle amministrative, con 1,7 milioni di preferenze. La Lega, invece, si colloca al secondo posto, con mezzo milione di voti in meno (1,2).

Anche se dovessimo aggiungere i voti di Zaia, inoltre, non è vero che il Pd avrebbe un distacco incolmabile, come ha fatto credere Salvini. Insomma, il risultato delle amministrative è abbastanza chiaro. E, nell’ambito di un possibile sistema proporzionale per regolare le prossime elezioni politiche (che sembrano comunque distanti), dovrebbe far suonare più di un campanello d’allarme per il leader della Lega.

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