Le scuse di Giulia Torelli per le storie sugli anziani e la riflessione sul modo di usare Instagram

Le scuse di Giulia Torelli sono articolate e danno vita a una riflessione sull'uso dei social che tutti, nessuno escluso, dovremmo fare

30/09/2022 di Ilaria Roncone

Di Giulia Torelli – influencer da oltre 200 mila follower che di mestiere fa il riordino degli armadi a Milano – avevamo già parlato inserendoci nella grandissima polemica non tanto per entrare nel merito di contenuti e toni sbagliati ma per smentire le informazioni che dava. Dicendo che sono stati gli anziani a consegnare il paese in mano alla destra alle elezioni del 25 settembre 2022, infatti, Giulia Torello ha affermato il falso: dai dati raccolti rispetto all’intenzione di voto emerge come gli anziani (over 65) siano coloro che hanno dato più voti al PD e meno – rispetto alla fascia d’età 45-64 anni – a Fratelli d’Italia. A quattro giorno da quando è esploso lo scandalo – mandato in trend per via dell’attenzione che Selvaggia Lucarelli gli ha dedicato – arrivano le scuse di Giulia Torelli.

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Le scuse di Giulia Torelli: «Ho dette delle cose stupide, violente e superficiali»

Su Instagram è iniziata e su Instagram dovrebbe finire. «Lo avrete visto perché ha assunto delle proporzioni impossibili da ignorare. Ho dette delle cose stupide, violente e superficiali sugli anziani al voto. Molti le hanno riprese e poi è successo il resto». Assumendo un atteggiamento del tutto diverso rispetto alle storie che hanno cominciato a girare dopo lunedì – oltre a quelle degli anziani ci sono quelle in cui si scaglia contro i giovani che non vogliono fare stage gratuiti -, afferma di essere dispiaciuta: «Ho detto cose discriminatorie, inopportune, offensive e mi dispiace veramente perché non le penso e soprattutto non con quella aggressività. Erano provocazioni sciocche ed esagerate».

«Chiaramente non erano delle proposte – prosegue nelle molte storie che ha scelto di dedicare alla questione – e mi dispiace che siano passate come cose in cui credo, perché credo invece che tutti abbiano il diritto di votare, di partecipare come vogliono, di difendere i propri interessi, anziano o meno e non sono certo io a deciderlo. Come mi hanno fatto notare, di mestiere riordino armadi e mi occupo di altro – non di certo di politica – e quindi avrei potuto risparmiarmi questa cosa che ho detto: semplicemente ero delusa dal risultato delle elezioni e ho cercato un colpevole con i limitatissimi mezzi che ho». Ammette anche di aver dato informazioni false: «Ho detto una cosa che, peraltro, si è rivelata falsa». Respinge infine al mittente «le etichette di persona che fa parte di una qualche lobby della moda, lobby dell’editoria o cricca di qualche genere»

La riflessione sull’utilizzo dei mezzi social

Ci sono un paio di passaggi – in tutte queste storie – che danno spazio a una riflessione quanto mai vitale dopo questo e tanti altri scivoloni (se così vogliamo chiamarli) che persone con moltissima visibilità fanno. «Ha ragione chi ha detto che non so usare questo mezzo in modo intelligente e in modo proporzionato ai rischi che implica», afferma Torelli, ammettendo che utilizzare i social in quel modo, in maniera impulsiva e incosciente, è una sciocchezza.

«Quello che non posso perdonarmi ma che trovo invece inaccettabile sono le conseguenze che stanno vivendo quelli intorno a me, quindi la mia manager – che ha avuto un bambino da poco – e che ha ricevuto mail e telefonate minatorie; commenti, minacce, messaggi, insulti ad amici, colleghi e membri della mia famiglia, la cui reputazione è stata messa in discussione»: l’altra faccia della medaglia, l’errore che si commette dall’altra parte. Chiunque si dia pena di ricoprire di insulti lei e tutti coloro che a lei sono legati sono quegli utenti che, dell’utilizzo dei social, ci hanno capito ben poco e circa quanto lei prima di queste storie.

Queste scuse articolare, che mettono la parola fine alla questione, dovrebbero far riflettere sul fatto che quello che facciamo, diciamo, sosteniamo e sui comportamenti assunti nello spazio social, soprattutto quando abbiamo grande visibilità. Si tratta di azioni che hanno un forte impatto sulla nostra realtà e che devono sempre essere calibrate per evitare di diffondere e generare odio su odio.

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