Carola Rackete: «I parlamentari a bordo della Sea Watch non hanno influito sulla mia scelta»

06/07/2019 di Redazione

Continua a fornire spunti l’intervista che Repubblica ha fatto a Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch 3 che era stata arrestata per le operazioni di sbarco di 40 migranti a Lampedusa e per la quale il gip non ha convalidato la misura cautelare. Adesso, aspetta l’interrogatorio ad Agrigento, fissato per il 9 luglio, poi ripartirà alla volta della Germania. Repubblica ne ha approfittato per ascoltare le sue parole.

Intervista Carola Rackete descrive il ruolo dei parlamentari sulla Sea Watch

Dopo che è stata la stessa Carola a smentire la bufala di Matteo Salvini che l’ha descritta come una ricca viziata comunista e dopo aver chiarito che una persona come il ministro dell’Interno non potrebbe salire sulla Sea Watch perché la nave ha la regola di «non accettare razzisti a bordo», la capitana ha fornito qualche dettaglio in più rispetto a quella notte che ha immediatamente preceduto lo sbarco di Lampedusa.

In modo particolare, Carola Rackete ha raccontato il ruolo che hanno avuto i parlamentari – tra cui Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi – che si trovavano a bordo della nave Sea Watch per fornire una sorta di assistenza istituzionale ai naufraghi e all’equipaggio dell’imbarcazione della ong tedesca. Carola Rackete ha detto che quella della redistribuzione dei migranti in altri Paesi europei era solo una voce e che anche i parlamentari la rassicuravano che questa soluzione si sarebbe trovata: «Ma si sbagliavano – dice Carola Rackete a Repubblica -: ho smesso di credere ai rumors, ho valutato la situazione sul ponte e i report medici e ho stabilito che la linea rossa era superata: non potevo più garantire la sicurezza e la salute dei migranti».

«Non mi hanno influenzata e non hanno provato a fermarmi»

Carola Rackete precisa che i parlamentari non hanno avuto alcun ruolo nella sua decisione, ma che hanno partecipato comunque al briefing prima della manovra: «Non hanno avuto un ruolo – ha detto Carola -. Hanno partecipato al briefing in cui ho informato l’equipaggio che avrei attraccato di lì a poco. Sembravano sorpresi, non capivano. Comunque non hanno provato a fermarmi».

Viene meno, dunque, anche questo aspetto della narrazione politica dominante di questi ultimi giorni, che voleva che i parlamentari fossero una sorta di complici delle azioni di Carola Rackete. Fidandosi di chi era molto più esperto di loro della navigazione in mare, i deputati hanno lasciato fare la capitana, ma non hanno avuto alcuna influenza su di lei nella decisione di sbarcare a Lampedusa forzando il blocco.

Intervista Carola Rackete – Foto della copertina dello Spiegel – da Twitter

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