Il caso Internet Archive e il copyright sulle pubblicazioni digitalizzate

La causa mossa da Hachette a altri tre grandi editori nei confronti delle biblioteca online no-profit è entrata nel vivo. Cosa c'è in ballo?

26/03/2023 di Redazione Giornalettismo

Una causa iniziata nel mese di giugno del 2020, quando quattro grandi case editrici (tra cui Hachette) avevano deciso di denunciare Internet Archive per violazione delle norme sul diritto d’autore di 127 titoli presenti all’interno del catalogo digitale della biblioteca online no-profit. Oggi, nel marzo del 2023, siamo quasi arrivati al punto di svolta, con il giudice incaricato di valutare questa vicenda che ha avviato un’udienza di questo processo il cui esito potrebbe cambiare le regole dell’internet che conosciamo. Almeno per quel che riguarda il copyright e le sue conseguenze.

Internet Archive, la causa sul copyright sulle copie digitali

Si tratta di una storia dai contorni ben poco definiti, anche per colpa di normative che contengono delle eccezioni che sembrano validare la tesi difensiva della piattaforma online. Da una parte, infatti, ci sono i querelanti che hanno denunciato la violazione del copyright delle loro opere; dall’altra c’è la biblioteca online che sostiene di aver applicato la “clausola” del fair use. Era il marzo del 2020 e per andare incontro a gli studiosi, i ricercatori, gli insegnanti e gli studenti costretti in casa per via del lockdown (a causa della pandemia), Internet Archive aveva deciso di dare il via libera al progetto per una biblioteca di emergenza che permettesse a più persone di prendere in prestito (digitale) un titolo. Un qualcosa di mai successo prima, con il Controlled Digital Lending alla base dei rapporti tra case editrici e biblioteche online. E la piattaforma, in questa causa, è stata sostenuta anche da una petizione creata da Battle for Libraries.

In tutto questo si inseriscono le leggi che, come spiegato in precedenza, non danno un chiaro indirizzo e non lasciano presagire a una sentenza ben definita. Né a favore della piattaforma, né contro. Di tutto ciò abbiamo parlato con Giulio Blasi, CEO di Horizons Unlimited, la società bolognese che realizza il servizio MLOL, che ci ha ricordato anche quel che accadde in Italia al Gutenberg Project. Il monografico di Giornalettismo su questa vicenda ha ospitato anche l’intervista a Lele Rozza, il direttore editoriale di Blonk editore, casa editrice che è stata tra le prime a puntare tutto su un modello di business basato sugli e-book.

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