Hachette vs Internet Archive: le ragioni dietro l’azione legale per un’iniziativa avviata in pandemia

Nell'udienza del 20 marzo il giudice ha stabilito, parlando con le parti, quanto la causa a Internet Archive sia di complessa gestione

22/03/2023 di Ilaria Roncone

Certe cause non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. E, stranamente, non siamo in Italia. Si tratta di una causa messa in piedi da quattro case editrici per un’iniziativa di Internet Archive che risale al 2020. Prima di ripercorrere tappa dopo tappa – dalla denuncia agli ultimi avvenimento – la causa Internet Archive è bene capire cos’è e cosa fa questo portale per comprendere le ragioni per le quali è finito nel mirino di quattro grandi realtà editoriali statunitensi (nello specifico, Hachette Book Group, HarperCollins, John Wiley Sons e Penguin Random House).

Il fulcro della questione è la funzione di Internet Archive che permette di consultare a titolo gratuito una serie di e-book proprio come se si trattasse di una biblioteca: ogni titolo viene lasciato a un utente affinché sia letto da lui e da lui soltanto in quel momento, proprio come accade con i libri nelle biblioteche. Dei testi in questione, quindi, non è possibile una lettura simultanea. L’azione delle case editrici sembrerebbe quindi voler minare le basi di quello che – a tutti gli effetti – è il meccanismo di prestito di una biblioteca digitale.

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Cos’è Internet Archive

The Internet Archive è un portale che funziona come biblioteca digitale non profit (Open Library) e che ha all’attivo vari progetti. Tra le altre cose, si tratta del portale che consente di realizzare copie permanenti di tutte le pagine presenti in internet (progetto Wayback Machine) e si è dimostrato utile per “fotografare” tutto quello che è stato pubblicato in rete così come è stato pubblicato, dando la possibilità – accedendo all’archivio – di evidenziarne tutti i cambiamenti.

Fondata nel 1996 da Brewster Kahale, questa biblioteca digitale gratuita ha fissato come suo scopo quello di dare un «accesso universale alla conoscenza» e offre una serie di risorse di ogni tipo, dai siti web agli audio passando per i video e – appunto – i libri. Tra archiviazione e lotta per avere una rete internet libera e aperta, Internet Achieve è riconosciuta negli Usa come associazione non profit.

Causa Internet Archive: quali sono le ragioni

Torniamo al 2020, quando le quattro case editrici che abbiamo già nominato hanno deciso di fare causa per pirateria alla piattaforma sostenendo che, permettendo l’accesso a una copia dell’e-book di un testo, venga violata la legge sul diritto d’autore.

Come funziona il prestito? Secondo il meccanismo di Controlled Digital Landing. In sostanza, se una biblioteca che aderisce alla piattaforma possiede una copia fisica di un certo libro, questo libro resta in scaffale se il gemello digitale dato a Internet Archive è in prestito. Internet Archive, in sostanza, aggira l’acquisto di licenze temporanee per gli e-book che, a caro presso, gli editori concedono.

L’azione è quella di scansionare copie fisiche creando una copia digitale da gestire come un libro in una biblioteca. Gli editori che hanno avviato la causa si sono appigliati all’iniziativa National Emergency Library – avviata in pandemia – per minare l’intero sistema. Con questa azione (della durata di tre mesi in piena pandemia), Internet Archive ha sospeso il principio del prestito a un utente alla volta, permettendo a un numero di utenti illimitato di accedere a ognuno degli e-book che aveva a sua disposizione in un prestito di due settimane.

Accusa e difesa

L’ultimo atto della causa è andato in scena il 20 marzo, quando il giudice federale John Koeltl ha sottolineato la complessità della questione con l’accusa e con la difesa. Il punto è che si deve stabilire se scansionare un libro come fa Internet Archive costituisca una violazione del diritto d’autore poiché va a riprodurre un volume fisico già concesso in licenza e lo presta senza pagare costi ulteriori di licenza agli editori.

Da un lato c’è l’accusa (avvocata Elizabeth McNamara) che sostiene come le biblioteche paghino le licenze agli editori per poter prestare legalmente gli e-book e che Internet Archieve – facendo ciò che fa – minaccia questo funzionamento. Internet Archieve, lato suo, prosegue con i suoi prestiti sostenendo che il prestito digitale rientri nell’ambito del fair use trasformativo, ovvero la facoltà di utilizzare materiale protetto da copyright per scopi informativi, di critica e di insegnamento senza necessità dell’autorizzazione scritta di chi detiene i diritti (si tratta di un diritto sancito dal Copyright Act del 1976 e di una pratica di Common Law).

Nello specifico, effettuare copie di libri fisici puntando a migliorare l’efficienza del prestito non violerebbe i diritti né degli autori né degli editori poiché con un prestito uguale a quello delle biblioteche tradizionali non si danneggerebbero i profitti degli editori.

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