La petizione di Battle for Libraries a supporto di Internet Archive e del suo immenso patrimonio
Battle for Libraries punta non solo a sostenere Internet Archive ma anche a spiegare il ruolo di piattaforme del genere nel garantire che i libri non vengano censurati
22/03/2023 di Ilaria Roncone
Battle for Libraries è una petizione nata appositamente per sostenere Internet Archive nell’ambito della causa intentata da quattro grandi editori (definita sul sito «un’importante causa contro l’organizzazione no-profit Internet Archive minaccia il futuro di tutte le biblioteche»). «I grandi editori stanno facendo causa per impedire alle biblioteche di possedere e controllare i libri digitali, aprendo nuove strade alla censura», si legge appena prima della richiesta di firma per la petizione a sostegno di Internet Archive «dei diritti digitali delle biblioteche e di un Internet aperto con un accesso non censurato alla conoscenza».
Firmando la petizione vengono chiesti nome e cognome (facoltativi), indirizzo mail e codice postale (obbligatori). A ogni firmatario viene lasciato un box con la possibilità di spiegare perché questa petizione è importante per lui. La petizione è opera di Fight For The Future, gruppo di artisti, ingegneri, attivisti ed esperti di tecnologia che si sono occupati di protestare – nel corso degli anni – al grido di: «Lottiamo per un futuro in cui la tecnologia sia una forza di liberazione, non di oppressione».
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Battle for Libraries: cosa sostiene la petizione per Internet Archive
Tra le tante testimonianze autori, giornalisti ed esperti di settore che apprezzano ciò che viene fatto da Internet Archive – consultabili sotto il FAQ nella pagina della petizione – è possibile rintracciare anche una serie di istruzioni su come sostenere realtà come quella della piattaforma interamente messa in discussione con questa causa.
Il punto è che l’enorme patrimonio di Internet Archive andrebbe supportato. Si legge nella nota del box in cui vengono spiegate le ragioni che stanno dietro la firma che si sta apponendo: «Gli azionisti della grande editoria non dovrebbero mai decidere quali libri possiamo leggere o come leggerli. Il loro attacco alla biblioteca di Internet Archive, motivato dal profitto, è un attacco al diritto di tutte le biblioteche di possedere e conservare libri digitali. È anche un attacco alla nostra capacità di accedere privatamente a libri non censurati, indipendentemente da dove viviamo o dal nostro reddito».
«I libri digitali sono importanti quanto quelli cartacei e mi impegno ad agire per un Internet aperto con accesso senza censure a tutti i libri!», conclude la nota. Nella sezione in cui viene spiegato come sostenere il lavoro di Internet Archive si legge: «I lobbisti dei grandi media hanno condotto una campagna diffamatoria per dipingere Internet Archive come un’avida operazione di big tech che vuole rubare i libri, il che è totalmente assurdo».
Libri digitali nelle biblioteche per prevenire la censura
Nel Faq c’è una sezione dedicata in cui si spiega perché la conservazione di libri digitali è fondamentale per prevenire la censura. «La conservazione dei libri digitali è importante quanto quella dei libri cartacei, soprattutto se si considera la crescente popolarità dei libri digitali e il fatto che molte voci locali e diverse non vengono affatto pubblicate su carta – si legge -. Oggi la maggior parte dei libri digitali può essere concessa in licenza, il che significa che esiste effettivamente una sola copia di un libro digitale, che può essere modificata o cancellata in qualsiasi momento senza alcuna trasparenza».
Questo vuol dire, in parole povere, che i grandi azionisti dell’editoria si trovano ad avere il controllo – basandosi su ragionamenti legati al profitto – e la possibilità di censurare o meno un libro. «Ma i grandi editori non entrerebbero in una biblioteca per rubare i libri dagli scaffali, e non entrerebbero nemmeno nei computer di una biblioteca per cancellare i libri – si conclude la domanda dedicata alla questione censura -. Per questo è importante che le biblioteche siano effettivamente proprietarie di libri digitali, in modo che migliaia di bibliotecari in tutto il mondo conservino in modo indipendente i file di libri importanti. Questo tipo di cura decentralizzata rende i libri più resistenti alla censura, mantenendoli disponibili al pubblico e inalterati».