Il management prima del digitale: il caso Lele Mora

Prima dell'arrivo dei social. Prima del cambiamento strutturale dell'esposizione mediatica legata esclusivamente alla televisione. C'è stato un mondo prima e uno dopo Lele Mora

03/02/2023 di Enzo Boldi

C’è stato un prima e un durante. Ha rappresentato per decenni l’apice del mondo dei talent scout e del management legato al mondo dello spettacolo. Ha visto passare nelle sue agende i nomi di vip che sono rimasti sulla cresta dell’onda – anche grazie al suo operato, anzi soprattutto grazie a lui – delle scene televisive italiane. E non è ancora arrivato il momento per il “dopo”, visto che Lele Mora continua a essere uno dei fulcri del mondo dei manager e degli agenti de personalità che sognano la ribalta mediatica. Perché in un mondo fatto di influencer e di agenzie che li seguono, li formano, li consigliano e li gestiscono, il 68enne di Bagnolo di Po è ancora una figura di riferimento. Nonostante le polemiche, le condanne e le cadute.

LEGGI ANCHE > Come si entra in un’agenzia di management?

No, in questo articolo non parleremo dei guai giudiziari che lo hanno visto come protagonista, né delle accuse mosse nel tempo contro di lui. Perché, come spesso capita quando si parla di personaggi legati al mondo dello spettacolo – o, per dirla all’americana, dello ShowBiz – la catalizzazione mediatica è una conseguenza del successo (con tutte le sue storture). Perché Lele Mora, per anni, è stato sulla cresta dell’onda direzionando la luce dei riflettori su personaggi che hanno fatto la storia della televisione in Italia. Nella sua agenzia (la LM Management) sono passati attori e conduttori del calibro di Christian De Sica, Simona Ventura, Sabrina Ferilli, Walter Nudo, Fabrizio Corona, Irene Pivetti e molti altri.

Lele Mora, il management vip prima del digitale

Era l’epoca d’oro della televisione italiana. Erano gli anni in cui la tv commerciale era diventata il palcoscenico del successo. Un passaggio in una trasmissione era il simbolo dell’influenza mediatica di questo o quel personaggio. Un qualcosa di molto diverso rispetto a quel che accade al giorno d’oggi, dove la tv rappresenta un paracadute. Una sorta di cartina di tornasole che raccoglie quel che succede sulle piattaforme social. Perché la storia cambia, così come i mezzi di riferimento. Ma nell’Era in cui a decretare il successo di un personaggio erano esclusivamente le comparsate televisive o le apparizioni sul piccolo e grande schermo, Lele Mora è stato un vero e proprio deus ex machina.

C’era la fila per entrare nella sua agenzia di management. Aveva contatti con tutto il mondo dello spettacolo. Aveva accesso a quelle porte che rimanevano aperte solamente per pochi. E con la sua abilità, furbizia e qualche trucco del mestiere, chi era sotto la sua aurea protettiva aveva un presente e un futuro assicurato. Ma i tempi erano diversi rispetto a quelli moderni. Al netto delle diverse inchieste e della condanna, Lele Mora ha provato a reinventarsi aprendo – nel 2021 – la LM Academy: una vera e propria accademia non più esclusivamente rivolta alla televisione, ma estesa anche al mondo degli influencer social. Epoche diverse e, di fatto, quel che prima passava per le sue mani non è più una sua esclusiva. Attenzione però: le agenzie di management c’erano anche quando Mora era il re incontrastato, ma ora le dinamiche sono cambiate.

L’agente, il manager e l’influencer manager

Ovviamente ci sono alcuni punti di contatto tra quel che era questo universo e quel che è diventato. Perché l’agente (anche se oggi ha cambiato nome e punti di riferimento) è un vero e proprio strumento non solo per curare la linea di comunicazione, ma anche per progettare campagne ad hoc e stringere accordi commerciali. Ma non più con il fine ultimo di ottenere una o più apparizioni televisive, una o più possibilità di partecipare alle riprese di un prodotto per il piccolo e il grande schermo. Ora tutto è votato al marketing, con la ricerca di collaborazioni commerciali che occorrono per la sussistenza stessa del prodotto-influencer. E oggi non si diventa manager per caso. O, almeno, non solo per aver intessuto floridi rapporti con il “contenitore”. Perché se una volta tutto dipendeva dalla televisione, il mondo dei social è molto più fluido e le strategie devono essere tarate in base alla piattaforma.

Per questo motivo, spesso e volentieri troviamo personaggi diventati delle vere star dei social “gestiti” da persone che fanno parte di agenzie di management o agenzie digitali. Ci sono anche i “personalismi”, ovvero singoli soggetti che si fanno carico di un parterre di influencer, ma la maggior parte dei vip social hanno alle loro spalle delle agenzie che nascono da quel macro-settore che potremmo inserire all’interno del contenitore “marketing”. Perché quelli sono i princìpi alla base della professione “PR 3.0”. Una persona in grado di conoscere le dinamiche del mercato (in questo caso riferito ai social) e applicare i propri studi nel settore a ogni singolo “cliente”. Ovvero l’influencer di turno.

Share this article