Quindi, ricapitolando, il governo è salvo un’altra volta

Siamo almeno al terzo salvataggio del governo di Giuseppe Conte che, in qualche modo, ha a che fare con Italia Viva. La dichiarazione di voto di Matteo Renzi in merito alle due mozioni di sfiducia sul ministro della Giustizia Alfonso Bonafede evita il collasso della maggioranza in piena emergenza coronavirus e nel bel mezzo della delicatissima fase della ripartenza. Nella breve storia – non è trascorso nemmeno un anno – del governo giallo-rosso si tratta di una delle costanti che ne stanno animando ormai l’azione: nonostante le minacce di Italia Viva, il governo non cade.

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Governo non cade, il voto di Renzi contro la sfiducia a Bonafede

La prima si registrò qualche giorno prima che scoppiasse l’emergenza coronavirus. In quella circostanza, ancora una volta, era stato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede il fulcro della polemica. Il 1° gennaio 2020, infatti, è entrata in vigore la sua riforma della prescrizione, che prevede l’impossibilità di bloccare i processi una volta superato il primo grado di giudizio. Questa norma era stata avversata ferocemente da Matteo Renzi e da Italia Viva che avevano minacciato, in quell’occasione, di presentare una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro. Volevano che la riforma, approvata con la maggioranza Lega e Movimento 5 Stelle, fosse cambiata. Poi, arrivò il coronavirus, i momenti drammatici della nazione e tutto il resto: una chiamata alla responsabilità troppo forte, che impedì ai renziani di buttare giù la maggioranza.

L’altro momento di tensione c’è stato qualche giorno fa, con l’informativa alla Camera e al Senato di Giuseppe Conte in merito alla gestione di Palazzo Chigi dell’emergenza coronavirus. Anche in quella circostanza, sebbene non ci fosse un voto in aula, Matteo Renzi si rese protagonista di un intervento in cui ‘salvava’ la tenuta della maggioranza, chiedendo aperture sulla gestione della ripresa economica post pandemia e un maggiore coinvolgimento di Italia Viva nei processi decisionali.

Governo non cade, l’ago della bilancia di Italia Viva

Anche oggi, questo concetto è stato ribadito. Sarà probabilmente la moneta di scambio accettata da Giuseppe Conte per continuare ad avere i 17 senatori di Italia Viva all’interno della propria maggioranza. Matteo Renzi ha ricordato che le proposte del suo partito non servono a fare da stampella e che sarà necessario un ascolto ancora più attento. Probabile che nei prossimi giorni, anche se questa circostanza è stata smentita dallo stesso leader di Italia Viva, potranno esserci novità nella squadra dell’esecutivo. Quel che è certo è che il ministro Bonafede non verrà sfiduciato, che non si aprirà una crisi e che Italia Viva, ancora una volta, ha abbaiato ma non ha morso. E se è vero che la politica non è fatta di vendette personali e di rancori – come ha detto Renzi in un suo passaggio al Senato – è pur vero che quest’ultima è fatta di compromessi.

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