Conte al Senato: «Se nelle prossime due settimane la curva calerà, ci saranno ulteriori allentamenti»

30/04/2020 di Enzo Boldi

Questa mattina ha parlato alla Camera dei deputati, ora Conte al Senato per la sua informativa per parlare della prassi istituzionale utilizzata nei suoi dpcm sulla gestione della fase emergenziale in Italia e delle misure che saranno previste nei prossimi decreti, che dovranno poi passare per il Parlamento, in materia economica. L’informativa del Presidente del Consiglio ha avuto inizio intorno alle 13.30, con l’Aula presieduta da Maria Elisabetta Alberti Casellati. A Palazzo Madama questa mattina si è discusso del prossimo Def, dopo che nella notte c’era stata l’occupazione da parte dei senatori della Lega.

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«Stiamo affrontando un’emergenza senza precedenti che sta mettendo in difficoltà tutte le democrazie presenti in Europa. Sono giorni in cui è vivace il dibattito sugli strumenti con cui sono state prese alcune decisioni. Il dibattito è stato vivace. Nel mio intervento illustrerò gli indirizzi del governo in ambito economico, ma mi soffermerò anche sul tema dei dpcm utilizzati. Il governo ha sempre compreso la gravità del momento, per questo non abbiamo agito per via estemporanea. Le misure adottate sono il risultato della somma di tutti gli interessi in giochi, che hanno tutti un ramo costituzionale. Tutte le misure sono state prese con il fine di confrontarsi con i membri del governo, un serrato confronto con gli enti territoriali, le sigle sindacali. Anche il Parlamento è stato informato nei momenti più delicati, come conferma la mia presenza e quella dei vari ministri che si sono alternati nel corso della settimana»

Conte al Senato, l’informativa

«Il governo ha sempre messo in atto decisioni dopo un confronto con il comitato tecnico-scientifico. Non per farsi indirizzare nelle decisioni, ma per avere un supporto. Le scelte, poi, sono state fatte dal governo. Qualcuno potrà obiettare che la conoscenza della comunità scientifica su questo virus non sono sempre state certe, ma una cosa è assumere le libere opinioni, un’altra è ricevere ricerche e studi appropriati. La filosofia di Platone e Aristotele distingueva la doxa dall’episteme».

Le terapie intensive e l’indice R0

«In un recente rapporto, che non è segreto, ed è stato oggetto di una specifica conferenza stampa da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, viene stimato che la riapertura simultanea di tutte le attività economiche e sociali porterebbe a un incremento dei contagi. Il famoso dato, quel R0, se tornasse anche di poco superiore a livello di uno, si saturerebbero le terapie intensive entro la fine dell’anno. Non tutte potranno essere utilizzate per il Covid-19, ma serviranno anche per altre patologie».

I contagi sono moltiplicati in famiglia

«Il numero di contagio è cresciuto non solo in ambito lavorativo, ma anche nei contatti di famiglie. Per questo motivo stiamo riaprendo con prudenza, consci che il distanziamento sociale non potrà andare avanti per troppo tempo – ha detto Conte al Senato -. I fattori di diffusione dell’epidemia rischiano di creare un sistema che il Paese non è in grado di reggere».

«La data del 4 maggio segna l’inizio della fase-2, un graduale e progressivo ritorno alla ripresa di aziende e imprese – ha proseguito Conte al Senato -. La prossima fase sarà di convivenza con il virus e non di superamento, siamo ancora dentro la pandemia. Non ne siamo usciti. Fin dalla scoperta del primo focolaio abbiamo affrontato il dolore per la perdita di oltre 27mila nostri familiari. I numeri stanno calando solo in questi giorni, dopo il distanziamento sociale». Il presidente del governo ha sottolineato come gli atteggiamenti ondivaghi rischiano di vanificare quanto fatto fino a questo momento.

Non si può riaprire tutto e subito

«Il governo non può assicurare il ritorno immediato alla normalità della vita precedente. Sarebbe bello, ma dobbiamo essere consapevoli che il virus continua a circolare nella nostra comunità. Lo dicono i numeri, senza conteggiare i casi asintomatici che non sono stati conteggiati. Il tutto è partito da una sola persona in Cina e ha prodotto quel che stiamo vivendo. Immaginiamo cosa potrebbe succedere se non si agisse con prudenza. Per questo non possiamo riaprire tutto e subito».

«Abbiamo sempre messo al primo posto il diritto alla salute dei nostri cittadini. Nessun Paese ha deciso la riapertura integrale di tutte le attività – ha proseguito Conte al Senato -. Si sta procedendo, anche all’estero, con un piano di riaperture graduale. In Italia si valuteranno il numero dei contagi, i dati di contact tracing, l’andamento del sistema sanitario italiano. Sono step da seguire prima di poter proseguire con le riaperture».

Il dpcm del 26 aprile

«Non è stata una scelta timida. Questa scelta mobiliterà 4 milioni e mezzo di italiani. Sarà un test per accertare la tenuta del nostro sistema. Tra due settimane avremo un quadro più chiaro per procedere a un più concreto allentamento delle misure contenitive. Dal 4 maggio si potrà andare a trovare i propri cari e fare attività sportiva, mantenendo le distanze. Se nei prossimi giorni dovesse calare la curva dei contagi, allenteremo ulteriormente le misure».

Le misure economiche

«La previsione della crescita parla di un Pil in calo dell’8% nel primo trimestre e del 15% nel semestre – ha proseguito Conte al Senato -. Di fronte a questa difficile situazione, il governo ha preso alcune misure, come il Cura Italia. Ora, visto il prosieguo della chiusura di alcune attività stiamo varando altri decreti legge che presenteremo alle Camere. Rafforzeremo e prorogheremo quanto previsto dal Cura Italia: cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti e bonus per gli autonomi. Sappiamo che si stanno creando nuovi poveri e stiamo lavorando affinché questo non accada. Saranno confermate misure per sicurezza, salute, capitalizzazione delle imprese. Per le misure fiscali saranno rinviati alcuni adempimenti per contenere gli impatti sugli operatori economici. Ci sarà un sostegno economico per le province fortemente colpite dall’epidemia. Stiamo valutando uno schema di sostegno a fondo perduto per le piccole e medie imprese».

I bambini e le scuole

«I nostri ragazzi e le nostre ragazze, i bambini e le nostre bambini. Quelli che stanno pagando ancor di più la crisi non solo da isolamento, ma anche economica. Non possiamo ignorare che per molti di loro il pasto scuola era il pasto più completo della giornata – ha detto Conte al Senato -. Se per molti dei nostri figli le mura domestiche sono un abbraccio di conforto, per molti di loro possono acuire le loro difficoltà. Per molti di loro, lo sappiamo, l’istruzione è quel momento per vivere una vita normale». Il presidente del Consiglio ha annunciato che si valuterà la riapertura dei nidi, scuole materne, dei centri estivi e dei luoghi per le attività dei bambini.

Sui dpcm

«Non mi sfugge la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il 31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche come prevede il codice civile, che lo ricordo è una fonte di rango primario e di carattere generale, la cui legittimità è stata peraltro vagliata e filtrata positivamente dalla Corte Costituzionale, che ha ritenuto giustificata l’adozione di misure eccezionali, al ricorrere di gravi emergenze, quando l’ambiente, i beni, e in questo caso, la vita stessa delle popolazioni siano in pericolo». Il presidente del Consiglio ha sottolineato come i dpcm sono stati gli strumenti più immediati per prendere provvedimenti urgenti per la gestione dell’emergenza.

«Per un tempo determinato, che ci auguriamo tutti il più breve e il più  limitato possibile, sulla base di solidi presupposti giuridici, si è deciso di ricorrere allo strumento che, per il suo carattere di generalità, grazie anche al grado di coinvolgimento di tanti soggetti che ho menzionato più sopra, poteva assicurare la più elevata garanzia, unita all’elasticità necessaria per potersi adattare a una situazione in rapida e imprevedibile evoluzione. Alcuni hanno avanzato l’opinione secondo cui – nell’adozione di misure così sensibili, che incidono su beni primari e diritti fondamentali – il Parlamento non sarebbe stato adeguatamente coinvolto. È stata anche avanzata la proposta che il Parlamento possa intervenire non solo successivamente all’adozione dei dpcm, come già previsto dal decreto-legge n. 19, ma anche in via preventiva, eventualmente prevedendo un obbligo di trasmissione alle Camere degli schemi di decreto, affinché le commissioni parlamentari competenti, entro un determinato termine, possano esprimere un parere».

(foto di copertina: da canale Youtube del Senato)

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