La Russia ha dato a Google ventiquattro ore per cancellare contenuti bollati come vietati

Google Russia deve provvedere alla rimozione dei contenuti considerati incriminati pena rallentamenti e una multa

24/05/2021 di Ilaria Roncone

La storia si ripete. La sovranità su Internet che la Russia vuole esercitare a tutti i costi e che si è già tradotta in una multa per Twitter poco più di un mese fa colpisce  anche Google. Il governo, che tiene strettamente sotto controllo le comunicazioni, ha concesso a Google Russia ventiquattro ore per eliminare tutte quello che viene considerato contenuto vietato. Lo scopo – proprio come con Twitter – è quello di frenare il potere dei giganti tecnologici occidentali andando così a rafforzare il proprio potere sulla rete e sulla possibilità di navigare e si avere accesso a determinate informazioni nel paese.

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Google Russia, il colosso rischia la multa

Prima è toccato a Twitter, sanzionato con una multa pari a 3,2 milioni di rubli, e ora potrebbe essere il turno di Google. Il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa (chiamato Roskomnadzor) ha parlato – come riporta Reuters di 26 mila appelli a Google per la rimozione di una serie di contenuti considerati illegali. La minaccia della multa è concreta ed è già stata apertamente fatta: «Se Google non limita l’accesso alle informazioni vietate entro 24 ore, sarà multato tra 800.000 rubli e 4 milioni di rubli». Una cifra che andrebbe dai 10.800 ai 54.000 dollari.

L’ipotesi di rallentare Google in Russia

Il portavoce di Roskomnadzor ha affermato che Google non provvede alla rimozione «dal 20 al 30%” dei link ‘incriminati», che comprendono «siti web di organizzazioni terroristiche ed estremiste, siti web con immagini pornografiche di minori, così come i negozi online che vendono droghe». I presupposti per procedere già da domani con un rallentamento della velocità a cui viaggia il motore di ricerca nel paese – proprio come fatto in precedenza su Twitter – ci sono tutti, quindi. Google Russia non ha ancora risposto alle richieste di dichiarazioni in merito alla questione ma, intanto, ha citato in giudizio l’organo di controllo della comunicazione russo lo scorso 23 aprile. L’udienza è prevista il prossimo 14 luglio.

Vista l’assenza di dichiarazioni da parte di Google e il passaggio diretto in tribunale è logico supporre che il motore di ricerca non cederà alle pressioni russe.

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