I generali USA spiegano a Trump perché non scenderanno mai in campo contro i manifestanti

Si rifiutano di scendere sul «campo di battaglia» – come impropriamente definito dal segretario alla Difesa Esper -. Questo è quanto i generali, ognuno a propria maniera, hanno deciso di comunicare a Trump. Il presidente degli Stati Uniti non è nuovo alle dichiarazioni di schieramento dell’esercito – così come fece per per bloccare la carovana proveniente dall’Honduras -, ma stavolta ha trovato la ferma opposizione dei capi delle varie sezioni del suo paese. La ribellione aperta ha portato Esper a fare retromarcia, adeguando i toni.

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Comunicati e dichiarazione dei generali contro Trump

Tra comunicati e dichiarazioni, i generali USA hanno preso le distanze dall’utilizzo dell’esercito per scopi politici. C’è chi si è rivolto a Trump in maniera formale, ricordando che i cittadini hanno diritto di manifestare, e c’è chi lo ha fatto a muso duro (Jim Mattis, che è stato Segretario della difesa degli Stati Uniti d’America nell’amministrazione Trump ma si è dimesso per divergenze politiche con quest’ultimo, tornando nei Marine). Tra gli altri ci sono anche il capo delle operazioni navali, Mike Gilday, i responsabili della Sesta Flotta, il capo stato maggiore dell’aviazione e quello dell’Us Army e altri colleghi in pensione che sono tutti venuti fuori con la medesima posizione contro il presidente. Il messaggio è chiaro: la Difesa esiste per i cittadini e mai deve essere impiegata contro di loro; rispetta le minoranze e partecipa al dolore per l’ingiusta fine di Geroge Floyd; è lo specchio del paese ed è composta da neri e bianchi, ispanici e afro-americani, persone di ogni religione; rispetta e difende i diritti costituzionali delle persone, è stata creata per combattere il nemico e non i cittadini. Tutto questo deve essere fatto rimanendo il più possibile lontani dalle questioni politiche.

Il «Law and Order» di Trump e i risvolti politici

L’esercito statunitense si è quindi ribellato alla richiesta di Trump basata sullo slogan «legge e ordine», mossa che mira a dimostrare ai cittadini che Trump è disposto all’uso di ogni mezzo per garantire l’ordine nel paese, facendo leva sulle difficoltà che hanno avuto le polizie locali a sedare la situazione nelle città. I soldati non ricevono un addestramento per affrontare i dimostranti e non è giusto che vengano impiegati in tale senso, come dovrebbero sapere Esper e il capo di Stato Maggiore Mark Milley, che hanno dato troppa corda a Trump quando ha parlato di impiegarli in strade e piazze. Vista la situazione Esper è stato costretto a rivedere la sua posizione sulla smobilitazione di parte dei parà dell’82esima da mandare a Washington per l’emergenza, rischiando anche di venire licenziato da Trump. Cosa succede ora? Probabilmente il Congresso vorrà ascoltare Esper e Milley su quanto avvenuto negli scorsi giorni. Il presidente, intanto, continua a ribadire la sua nenia elettorale sui social.


(Immagine copertina dal profilo Facebook di Trump)

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