La divulgazione scientifica dai media tradizionali ai social network, passando per i blog
Prima i media tradizionali come giornali, televisione e radio, poi i blog. I divulgatori scientifici hanno utilizzato tutti questi strumenti, ora utilizzano soprattutto i social network: come è cambiata la divulgazione scientifica in questi anni?
04/02/2023 di Redazione Giornalettismo
Resistere alla tentazione di scrivere nella barra di ricerca di Google i sintomi che si avvertono per capire a quali cause potrebbero essere dovuti o addirittura per cercare di ottenere una prima diagnosi, seppure inevitabilmente approssimativa, non è facile anche se, per ovvie ragioni, sarebbe da evitare. È probabile però che questa tendenza verrà presto superata dall’affermarsi della divulgazione scientifica fatta dai medici o dai professionisti della sanità attraverso i social network che cercano, svolgendo questa attività, di evitare la diffusione di notizie false e disinformazione che ha anche conosciuto un rapido incremento durante la pandemia.
Nell’approfondimento di Giornalettismo dedicato al tema della divulgazione scientifica medico-sanitaria sui social ci siamo interrogati proprio sul rapporto tra informazione tradizionale, disinformazione e divulgazione a mezzo social: un settore, quest’ultimo, di cui si stanno interessando anche la politica e le principali organizzazioni italiane che operano nella sanità.
LEGGI ANCHE > Telemedicina in Italia, il quadro completo tra soldi del PNRR e limiti
Il monografico di Giornalettismo sui progetti di divulgazione scientifica in ambito medico-sanitario sui social
Ci sono progetti pensati appositamente per i social network, in particolare Instagram, come quello dell’ostetrica Gloria Scarpa o quello della logopedista Deborah Auteri: entrambe gestiscono anche dei siti Web dove pubblicano contenuti informativi riguardanti le rispettive specializzazioni. Il nutrizionista Lorenzo Caressa, invece, su Instagram e TikTok pubblica video talvolta ironici in cui offre consigli e suggerimenti agli utenti e soprattutto cerca di limitare la diffusione di notizie false riguardanti l’alimentazione. Fuori dai social, la divulgazione scientifica trova spazio anche nei podcast, per esempio: uno è quello dello psichiatra e psicoterapeuta Antonino Tamburello.
Prima che la divulgazione scientifica si affermasse sui social, questa veniva svolta attraverso i media tradizionali, giornali, TV e radio, oppure i blog: uno dei primi a svolgere questa attività è stato Salvo Di Grazia, medico chirurgo che sui social network è conosciuto come MedBunker, il nome del blog che aveva creato anni prima per smentire le notizie false.
- L’importanza della divulgazione medico-sanitaria specializzata sui social network
- Come la politica e le istituzioni si stanno interessando alla divulgazione sanitaria sul web
- Il rapporto tra disinformazione, divulgazione scientifica sui social e i “trend” del momento
- La divulgazione di associazioni e enti sanitari passa (anche) dai social
- «Un divulgatore scientifico riporta le raccomandazioni in maniera oggettiva»: intervista a Ostetrica in Rosa
- Il nutrizionista Lorenzo Caressa e l’informazione medica sui mass-media: «A volte si perde il contesto»
- La divulgazione scientifica non può essere improvvisata, è questione di scelte. L’opinione della logopedista Deborah Auteri
- Dal blog ai giornali, passando per i social: l’evoluzione della divulgazione scientifica secondo MedBunker