Il comico del video delle scimmie postato da uno degli arrestati per la morte di Willy: «Particolare irrilevante»

L'intervento di Davide Marini sui social network

07/09/2020 di Gianmichele Laino

Vista la grande risonanza che, nella narrazione della morte di Willy Monteiro Duarte, ha avuto il particolare della pubblicazione di un video – da parte di una delle persone che è stata arrestata per il pestaggio e per l’omicidio preterintenzionale del giovane di 21 anni – che aveva come protagoniste alcune scimmie parlanti, c’è stato l’intervento sui social network di Davide Marini.

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Davide Marini ha scritto un post sul video pubblicato da uno degli arrestati per il pestaggio di Willy

Si tratta dell’autore di una serie animata denominata Fulvio e il tossico che ha avuto un discreto successo su YouTube e che non ha alcun legame con l’occasione. Più che altro, ha fatto riflettere il fatto che Gabriele Bianchi, uno dei ragazzi del pestaggio, l’abbia pubblicata sui social network alle 6.39 di domenica, quando l’episodio che ha portato alla morte del 21enne Willy – il ragazzo di Paliano ucciso a Colleferro – era successo da poche ore.

«Non pensavo di dover mai scrivere un post del genere – scrive Davide Marini -, ma a quanto pare la situazione l’ha reso necessario. Da stamattina mi stanno arrivando svariate segnalazioni riguardo la presenza di un mio video in una notizia di cronaca nera pubblicata da varie testate giornalistiche: il pestaggio avvenuto a Colleferro domenica sera».

Le motivazioni di Davide Marini

Il post prosegue sostenendo che il particolare della pubblicazione del video fosse irrilevante: «Trovo assurdo – continua Davide Marini – il fatto che venga più volte menzionato un particolare così irrilevante in una vicenda in cui purtroppo è successo qualcosa di molto, molto grave: un giovane ragazzo ha perso la vita per futili motivi. Esprimo la mia vicinanza alla famiglia della vittima e la mia contrarietà ad ogni forma di violenza».

Davide Marini si è voluto dissociare, probabilmente fraintendendo il motivo per cui il suo video è stato citato nelle cronache. Non tanto per i contenuti – anche se quel tipo di umorismo fa riflettere molto sulla generazione che si è resa protagonista del pestaggio di Willy -, quanto per le tempistiche di pubblicazione e per la superficialità con cui una persona coinvolta nell’accaduto abbia affrontato le proprie azioni. Perdendo del tempo a pubblicare sui social un contenuto, per così dire, di intrattenimento.

 

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