Il traffico sulla pagina di annullamento di Spotify danno la misura del Rogan-gate
Quanto costa la disinformazione di Joe Rogan a Spotify? Un modo di misurare il prezzo può essere quello di guardare ai dati del traffico della pagina di annullamento di Spotify
10/02/2022 di Ilaria Roncone
Del Rogan-gate si possono trovare tracce ovunque, anche nei dati della pagina annullamento Spotify. A tracciare i dati relativi è stata la società informatica Similarwebm, dipingendo una situazione precisa in particolare per quanto riguarda i giorni in cui alcuni artisti – Neil Young in primis – hanno cominciato a ritirare le proprie canzoni dalla piattaforma. Nei giorno seguenti alla dichiarazione di Young, infatti, il traffico della pagina web che permette di annullare l’abbonamento a Spotify è aumentato del 115%.
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I dati della pagina annullamento Spotify
La disinformazione di Joe Rogan che Spotify si è rifiutata di rimuovere per i milioni che il suo podcast frutta è comunque costata cara. Nei giorni successivi all’annuncio di Young, infatti, Similarweb ha rilevato un traffico insolitamente alto nella pagina che permette di annullare l’abbonamento a Spotify. Andiamo con ordine, elencando i dati che la società ha condiviso con Insider. Neil Young ha annunciato che avrebbe lasciato la piattaforma il 26 gennaio; il giorno prima, ovvero il 25 gennaio, sono state circa 26 mila le visite alla pagine per annullare l’abbonamento a Spotify.
La musica cambia decisamente a partire dal 27 gennaio, con 45 mila visite alla pagina che sono diventate 56 mila in data 29 gennaio. Un traffico che, appunto, è aumentato di quel 115% che abbiamo segnalato a inizio articolo. Spotify, che non ha risposto alla richiesta di commento della testata, ha agito aggiungendo un avviso rispetto ai contenuti dei podcast che parlano di Covid. Daniel Ek, CEO di Spotify, ha affermato che non ha intenzione di silenziare Rogan ma i due hanno concordato la rimozione di settanta episodi del format che contenevano «un linguaggio razzialmente insensibile» dopo le polemiche relative all’utilizzo della n-word da parte del comico.
Il prezzo che Spotify deve pagare potrebbe riguardare, inoltre, anche il rinnovo del contratto del contratto con podcaster del calibro di Michelle e Barack Obama.