Perché gli hacker russi cercano prove sui crimini di guerra commessi in Ucraina?
Si sono moltiplicati gli attacchi nei confronti di forze dell'ordine, tribunali e procure alla ricerca di documenti "scomodi"
01/10/2023 di Redazione Giornalettismo
La guerra in Ucraina non è mai stato un conflitto esclusivamente armato. Ancor prima dell’invasione russa, infatti, molti cyber-criminali legati o assoldati dal Cremlino si erano già resi protagonisti di offensive informatiche nei confronti di infrastrutture energetiche di Kiev e dintorni. Ora, però, il paradigma della cyberwar è ulteriormente cambiato: non più obiettivi strategici per creare disservizi e ostacoli (all’esercito “rivale” e ai cittadini), ma vere e proprie attività di spionaggio alla ricerca delle prove sui crimini di guerra russi commessi nei 579 giorni dall’inizio delle ostilità militari.
Crimini di guerra russi, gli hacker del Cremlino all’azione
Lo SSSCIP, il Servizio delle Comunicazioni Speciali e della Protezione dell’Informazione dello Stato Ucraino, ha pubblicato l’ultimo report semestrale sugli attacchi informatici condotti da attori vicini alla Russia nei confronti dell’Ucraina. Sono diminuite le offensive contro il settore energetico e sono aumentate quelle contro forze dell’ordine, tribunali e procure. Un cambio di rotta alla ricerca di carte e documenti. Stando alle ricostruzioni delle istituzioni ucraine, il Cremlino è alla ricerca delle prove sui crimini di guerra commessi dai propri militari in questo anno e mezzo di conflitto.
La trasformazione di una guerra cibernetica che, per sua natura, è ibrida. A conferma della tesi ucraina, è stato attribuito a una matrice russa l’attacco che ha messo K.O. i sistemi informatici del Tribunale Penale Internazionale. Lo stesso che sta indagando sui crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Lo stesso che a marzo ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Putin. Ma non finisce qui: nell’ambito dello spionaggio, il telefono della giornalista russa Galina Timchenko – fondatrice della testata indipendente Meduza – è stato violato dallo spyware Pegasus. Chi c’è dietro questa “intromissione”?
- La Russia ha “ingaggiato” hacker per cercare prove dei crimini di guerra commessi in Ucraina
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- L’altra faccia della cyberwar ibrida: non più infrastrutture, ma documenti
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