L’altro indizio sui crimini di guerra: hackerato anche il tribunale dell’Aia

Se questa notizia fa il paio con quelle che arrivano dall'Ucraina, allora c'è davvero un movimento che punta a ottenere dati rispetto a processi o prove legate a crimini di guerra

26/09/2023 di Gianmichele Laino

Due indizi non faranno una prova. Ma sicuramente danno qualche indicazione ben precisa su quello che sta succedendo e rappresentano senz’altro una particolare coincidenza. In Ucraina, assistiamo a una sorta di sistematico cambio di prospettiva degli hacker russi: questi ultimi non sembrano più interessati particolarmente ad attaccare delle strutture di tipo energetico, creando problemi a cittadini e forze dell’ordine ucraine direttamente sul campo; tuttavia, le autorità ucraine stanno rilevando una sempre crescente violazione di istituzioni che si occupano di raccogliere materiali su quelli che, comunemente, vengono indicati come “crimini di guerra” che si sono verificati all’interno dei confini di Kiev. Dunque, qualcuno – tra gli hacker russi assoldati dal governo – sembra avere interesse in questo particolare tipo di dato sensibile. Se mettiamo in correlazione questa notizia – confermata da fonti ucraine – con l’episodio che si è verificato circa una settimana fa, con il tribunale dell’Aia hackerato, allora la coincidenza diventa abbastanza inquietante.

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Tribunale Aia hackerato, quali sono i possibili rischi

La International Criminal Court ha confermato di aver avuto a che fare con attività insolite sulla propria rete informatica, ma i portavoce del tribunale dell’Aia non hanno dato ulteriori elementi sulla gravità dell’attacco. L’unica spiegazione che è stata fornita è quella relativa alle immediate contromisure che sono state prese per far fronte a questa emergenza che si è venuta a configurare nella scorsa settimana.

Ora, bisogna mettere insieme una serie di fatti. Innanzitutto, è dal 2022 che il tribunale internazionale dell’Aia – che è la massima autorità sovranazionale per quanto riguarda i crimini contro l’umanità, agendo in maniera complementare rispetto alle autorità di giustizia dei singoli stati – sta indagando per crimini legati alle attività della Russia, sia in Ucraina, sia in Georgia. Inoltre, dal mese di marzo 2023, ha spiccato un mandato d’arresto internazionale per Vladimir Putin a causa di presunti crimini di guerra relativi al trasferimento forzato di bambini dall’Ucraina alla Russia, una questione che ha aperto un ampio dibattito e che, in assenza di una giurisprudenza certa, sta limitando di molto gli spostamenti di Putin in giro per il mondo.

Il fatto che ci siano queste indagini e questa decisione in corso determina, chiaramente, la presenza di diversi documenti sensibili, che possono essere considerati assolutamente fondamentali per gli attuali equilibri geopolitici, con focus specifico sulla guerra Russia-Ucraina. Ora, dalle scarse informazioni di cui siamo in possesso, non è possibile determinare se l’attacco al Tribunale internazionale dell’Aia sia di matrice russa o filo-russa. Di sicuro, la coincidenza rispetto a ciò che è stato evidenziato dal Servizio statale per le comunicazioni speciali e la protezione delle informazioni dell’Ucraina è piuttosto forte. Bisognerà capire la natura di questi attacchi, tuttavia, per fare delle più solide considerazioni. Ma questo livello di attenzione rispetto ai materiali e alla documentazione legati ai crimini contro l’umanità sembra essere preoccupante.

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