Carla Ruocco non capisce il «bombardamento» su contagi e morti in tv

Siamo al 4 gennaio 2021, la pandemia dura da quasi un anno. E il M5S è al governo

04/01/2021 di Redazione

Siamo al 4 gennaio 2021. Abbiamo superato una prima ondata di pandemia. Ci siamo rilassati in estate, quando è diminuita persino l’attenzione mediatica sul coronavirus in Italia, per poi subire il contraccolpo in autunno con una seconda ondata ancora peggiore rispetto alla prima, stando a guardare il numero dei decessi. Siamo ancora al centro di una polemica sterile sull’opportunità o meno di vaccinarsi, eppure l’esponente del M5S Carla Ruocco – presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario – non riesce a capire perché c’è quello che lei definisce «bombardamento a reti unificate» delle televisioni sui dati su nuovi contagi e morti di coronavirus.

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Carla Ruocco e il suo tweet sui dati del coronavirus

«Capisco tutto! – dice la deputata M5S – Ma una informazione che per 24 ore al dì martella con contagi e morti bombardando a reti unificate lo stesso dato per milioni di volte al giorno, in qualsiasi programma, davvero non comprendo che funzione abbia!».

Come se, in qualche modo, il fatto di diffondere dati trasparenti sull’evoluzione della pandemia possa amplificarne la gravità. Il coronavirus è diffuso così tanto non perché i dati sui morti e sui contagi vengono continuamente diffusi sui media – che, anzi, in quest’ultimo periodo hanno fatto segnare un punto a loro favore ottenendo trasparenza sul numero delle vaccinazioni in tempo reale -, ma perché il contagio avviene in maniera galoppante, mettendo a rischio la salute degli italiani. Non è un caso, ad esempio, se il governo (il partito di Carla Ruocco ne è parte) ha messo in campo delle misure severe di contenimento dei contagi e se sta continuando a studiarne di altre.

Un attacco – quello ai media – che si inserisce benissimo nel solco della tradizione del M5S, da sempre ostile rispetto all’informazione tradizionale. Nemmeno la recente metamorfosi degli ultimi anni del partito sembra aver fatto cambiare idea ad alcuni suoi componenti sul ruolo di monitoraggio della politica e delle istituzioni che la stampa dovrebbe avere.

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