Ilaria Capua: «Nella diffusione del coronavirus, c’è anche il peso dei social media»

La teoria in un articolo della virologa per il Corriere della Sera

02/01/2021 di Gianmichele Laino

Nel determinare la diversità tra quanto accaduto con il Sars-Cov-2 e altri virus potenzialmente pandemici del passato che – tutto sommato – sono stati contenuti e sconfitti nel giro di qualche mese, Ilaria Capua ha parlato, in un su intervento sul Corriere della Sera, del rapporto tra social e coronavirus. Un aspetto, quello della diffusione dei social network, che non era rilevante nelle epidemie di ebola, suina, aviaria, Sars e Mers ma che oggi, invece, ha un suo impatto simile a quello di altri due fattori, il fattore virus e il fattore individuo. 

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Social e coronavirus, l’opinione di Ilaria Capua

Ilaria Capua sostiene che questi due fattori erano chiaramente presenti anche nelle altre forme pandemiche. Il fattore virus riguarda chiaramente la potenziale contagiosità della malattia che si sviluppa, mentre il fattore individuo riguarda, al contrario, la mobilità e gli spostamenti degli esseri umani che, negli ultimi anni – con il potenziamento delle linee di comunicazione – sono esponenzialmente aumentati.

L’affermazione successiva proposta da Ilaria Capua, tuttavia, risulta essere decisamente più spiazzante per quello che riguarda un fenomeno che, negli ultimi tre/quattro anni, è letteralmente esploso e che non può non essere preso in considerazione per misurare gli effetti della pandemia di coronavirus.

«Fino alla pandemia del 2020 – ha scritto Ilaria Capua – questi due fattori (fattore virus e fattore individuo, ndr) erano i principali determinanti della diffusione di un virus pandemico e credo che nessuno di noi avrebbe immaginato anche solo qualche anno fa che i principali determinanti dell’andamento della pandemia sarebbero state invece entità virtuali come l’informazione e i social media».

Nello sviluppo del suo ragionamento, la virologa, che dirige un dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, sottolinea come il clickbaiting e la diffusione incontrollata di notizie non facciano altro che semplificare in maniera eccessiva tutta la mole di teorie e il più grande lavoro della storia della microbiologia. Un fenomeno questo che, secondo la Capua, non fa altro che disorientare, intervenendo così in modo deciso su quel fattore individuo che – sia nei comportamenti di tutti i giorni, sia nelle decisioni a livello politico e istituzionale – risulta determinante per uscire o meno dalla pandemia.

Lo stesso vale, sempre secondo Ilaria Capua, anche per i social network: «È proprio attraverso il delirio di messaggi che si muovono nella connettosfera dei social – dice la virologa – e attraverso l’amplificazione di informazioni ambigue emesse da media anche molto accreditati che si determina quello che succede al “fattore virus”». Un problema che rischia di diventare incontrollabile anche nella gestione di future pandemie: perché social media e informazione online non sono fenomeni che possono essere inquadrati negli aspetti biologici.

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