Anche Telegram, alla fine, ha ceduto alle pressioni del governo Putin sul canale di Navalny

Anche il canale di Navalny su Telegram, che tramite bot suggeriva i nomi dei candidati da votare, è stato sospeso con le elezioni in corso

19/09/2021 di Ilaria Roncone

Telegram è l’app di Pavel Durov che non si è mai spesa per silenziare determinati gruppi e per arginare alcune situazioni che possono aver infranto le leggi di determinati paesi. In Italia sono emblematici i recenti casi dei gruppi Basta Dittatura e i Guerrieri – che hanno minacciato di far saltare in aria i furgoni delle televisioni -. Nunzia Ciardi, Dirigente superiore della Polizia di Stato, ha confermato che l’app di messaggistica che promette più privacy e possibilità di espressione al mondo non è collaborativa quando si tratta di indagini. Oggi però arriva l’eccezione e possiamo parlare del canale Navalny su Telegram sospeso.

LEGGI ANCHE >>> La chat no-vax su Telegram dei Guerrieri: volevano «far saltare i furgoni delle tv» e pubblicavano l’indirizzo di Draghi

Il canale Navalny su Telegram sospeso

Già Google e Apple hanno fatto sapere, alla vigilia delle elezioni, di essere stati costretti a sospendere l’utilizzo dell’app Voto intelligente di Navalny e dei suoi dopo essere stati vittima di pressioni «senza precedenti». Insieme a Telegram, anche Youtube ha sospeso l’accesso alle raccomandazioni di voto anti-governativo del team dell’opposizione proprio nel corso dei tre giorni delle elezioni. Se poco prima delle elezioni Navalny ha creato un canale per arginare gli effetti della massiccia disinformazione del governo di Putin – che nei sondaggi è crollato -, l’esecutivo ha fatto tutto quello che poteva per arginare l’opera dell’opposizione. Riuscendoci alla grande.

Anche Telegram ha ceduto alle pressioni di Putin

Voto intelligente lavorava suggerendo, grazie ad app e bot su Telegram o – ancora – liste diffuse su Google Docs, nomi di aspiranti deputati per ogni circoscrizione che avevano qualche possibilità in più di battere l’esecutivo al potere attualmente. Anche Telegram – riporta Repubblica – ha annunciato il blocco di tutti i servizi associabili alla campagna elettorale, incluso il bot del Voto intelligente, ovvero il canale automatizzato che indicava agli utenti quali nomi votare.

A dare l’annuncio è stato proprio Pavel Durov, capo di Telegram, che in casi come quelli che abbiamo citato sopra – se si è espresso – ha sempre tenuto la massima neutralità. Ribadendo che Telegram è e rimane «l’app più libera del mondo», la scelta è stata dettata da quello che hanno fatto Apple e Google, che «dettano le regole del gioco per sviluppatori come noi» e che hanno creato «un precedente pericoloso che influenzerà la libertà di espressione in Russia e nel mondo intero».

L’app con la crittografia più sicura al mondo e utilizzata ovunque dalle opposizioni di governi autoritari, quindi, ha piegato la testa come mai prima d’ora. Durov era riuscito a vincere anche con le autorità russe, che con il ministero che controlla le telecomunicazioni avevano chiesto accesso per decifrare i messaggi elettronici nel 2018.

Nell’ultimo giorno di voto, le liste dei candidati da votare si possono ancora trovare sui social ma l’azione del governo russo per contrastare l’opposizione è stata senza dubbio incisiva e con zero precedenti in termini di collaborazione da parte delle big tech.

(Immagine copertina: foto IPP/zumapress)

Share this article