Il gruppo Telegram “Basta Dittatura” prende in giro la procura e dice di aspettare la chiusura del canale «in vigile attesa»

Ieri, da Torino, hanno inviato una mail al servizio di messaggistica istantanea per chiedere l'oscuramento del canale

07/09/2021 di Gianmichele Laino

La notizia di ieri, in base alla quale la procura di Torino avrebbe inviato a Telegram una mail per chiedere l’oscuramento del canale Basta Dittatura! (sul quale ci sarebbero indagini in corso, con i magistrati che valutano una serie di ipotesi di reato), è subito rimbalzata all’interno della chat che ospita circa 44mila persone (e che vede numeri in aumento anche negli ultimi giorni). I toni con cui è stata accolta questa notizia sono abbastanza provocatori: «Troppo bella questa notizia, stiamo ancora ridendo – scrivono all’interno del gruppo -. Pavel Durov (CEO di Telegram, ndr) avrà risposto “Attendete in vigile attesa con paracetamolo”. E i leccaculo vogliono pure che paghiate per leggere la loro propaganda». Il riferimento era a un articolo del quotidiano La Stampa che prevedeva il paywall.

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Basta Dittatura prende in giro la procura di Torino che ha chiesto la chiusura del canale Telegram

Le reazioni sono le più disparate. Quasi tutte dai toni canzonatori. Anche se c’è già chi propone l’apertura di un canale alternativo (in caso di chiusura di quest’ultimo ancora attivo) e l’utilizzo di parole “non rintracciabili” da eventuali controlli dell’algoritmo del servizio di messaggistica istantanea. Insomma, l’intenzione è quella di proseguire con la diffusione di queste notizie e di questa propaganda anti vax e anti green pass.

Gruppo Telegram no vax
Uno dei messaggi diffusi nel gruppo Telegram “Basta dittatura!”

Così come continuano a organizzarsi manifestazioni che, in base alle testimonianze degli stessi iscritti al gruppo, non sono mai numerose e risolutive. Addirittura, per la prima settimana del mese di settembre era previsto un fitto calendario di appuntamenti (con tanto di giorno di riposo previsto per il 5 settembre) che sarebbe dovuta culminare in un grande sciopero con un «tutti al parlamento» nella giornata di ieri, 6 settembre. Ovviamente, in piazza Montecitorio – nella giornata di ieri – c’era solo uno sparuto gruppo di persone.

Insomma, grandi numeri online, sempre meno offline. Con la sensazione, tra l’altro, di poter sorridere di fronte alla notizia della procura di Torino che avrebbe chiesto la chiusura del canale (e che potrebbe far partire una rogatoria internazionale nel caso di mancata risposta da parte di Telegram).

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