Su Telegram c’era anche un gruppo no-vax che voleva usare la violenza contro i centri vaccinali
Si chiamava Veterans 4 Freedom ed era composto da ex marines e da diverse altre persone
06/09/2021 di Gianmichele Laino
Si chiamava Veterans 4 Freedom. Al suo interno c’erano oltre 200 ex militari della Royal Marine britannica e altri uomini e donne apertamente no-vax. Ovviamente, stiamo parlando di un gruppo Telegram, sempre più zona oscura per le attività più disparate. L’utilizzo dell’app di messaggistica istantanea non è nuovo per propagare informazioni no-vax e contrarie alla libertà vaccinale. Una cosa, però, è fare disinformazione (attività già deprecabile, ovviamente), un’altra è pianificare in maniera quasi strategica la violenza contro i centri vaccinali. E nel gruppo Veterans 4 Freedom si faceva proprio questo, prima che una segnalazione della testata giornalistica Mail on Sunday ha portato alla chiusura del gruppo stesso.
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Il gruppo Telegram Veterans 4 Freedom è stato chiuso
Una chiusura che, tuttavia, è avvenuta spontaneamente, dopo che il fondatore del gruppo si era accorto dei rumors di stampa che riguardavano la chat. La decisione è stata quella di bloccare le pubblicazioni, lanciando un messaggio conclusivo ai veri iscritti al canale: «Eravamo un gruppo fondamentalmente pacifico – ha spiegato il fondatore -, ma siamo stati etichettati come qualcosa che non siamo». Stando all’inchiesta del Mail, attualmente alcuni ex iscritti di Veterans 4 Freedom sono entrati in un altro gruppo Telegram, chiamato Global Veterans Alliance.
Nel precedente gruppo venivano condivise le targhe delle auto degli operatori nei centri vaccinali, si affermava di essere al centro di una organizzazione con ben 16 cellule e ci si stava attrezzando anche per acquistare delle armi. Il confine tra la realtà e la dichiarazione roboante è molto sottile (stiamo parlando sempre di chat online, dove la mistificazione è all’ordine del giorno e – come dimostrano i fatti in Italia – dove una distorsione di una notizia può agevolmente diventare verità incontrovertibile, vista l’assenza di contraddittorio all’interno della chat stessa). Sempre nel corso delle discussioni nel canale, ci si è dati appuntamento a una marcia per la libertà di scelta del prossimo 8 settembre, chiedendo ai componenti del gruppo di apparire compatti, come in una formazione militare.
È curioso come il monitoraggio delle chat di Telegram sia demandato non a un sistema di sicurezza interno all’app di messaggistica, né alle forze dell’ordine, ma alla stampa che si occupa di questi fenomeni. Il problema dei materiali non convenzionali e, a volte, apertamente eversivi che circolano su Telegram resta, al momento, privo di una soluzione.