La chat no-vax su Telegram dei Guerrieri: volevano «far saltare i furgoni delle tv» e pubblicavano l’indirizzo di Draghi

Alcuni dettagli in più sul blitz della Digos e della Postale di oggi in diverse città italiane

09/09/2021 di Redazione

Nutrivano, a quanto pare, un odio viscerale per i giornalisti. Volevano pianificare azioni di protesta contro le istituzioni. Parlavano apertamente di utilizzare molotov e tritolo per fare attacchi violenti presso luoghi pubblici. Era questo il contenuto della chat no-vax de I Guerrieri che, su Telegram, comunicavano tra loro per provare a organizzare manifestazioni di dissenso, sia nei confronti delle vaccinazioni, sia nei confronti del green pass. Oggi, come abbiamo comunicato questa mattina, è partito un blitz che ha visto otto perquisizioni a device e strumenti di messaggistica e posta elettronica delle persone coinvolte.

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I Guerrieri su Telegram e le perquisizioni ai no-vax

Tra queste c’è anche una signora di 53 anni, che di professione fa la cameriera. Era lei, ad esempio, che stava organizzando un vero e proprio assalto a colpi di uova marce nei confronti del ministro della Salute Speranza, atteso alla festa di Articolo Uno a Padova. Ma non è l’unico contenuto violento che la polizia postale è riuscita a intercettare. Le parole più pesanti sono state indirizzate contro i giornalisti: «I giornalisti, i media saranno i primi ad andarsene – la procura di Milano ha messo a verbale queste dichiarazioni -. Se in lontananza nascosti vedete i furgoni delle tv private o pubbliche, dategli fuoco….una molotov… dategli fuoco. Ok ragazzi non voglio vedere giornalisti…. – prosegue il messaggio – avete capito anche il perché non li voglio vedere? Eh?… Perchè…quanta gente hanno fatto fuori…quanta gente ragazzi. Quanti dei nostri vecchi hanno fatto fuori».

Si parla esplicitamente di esplosivi, dunque, ma anche di bombe molotov. Tra i messaggi su Telegram, ce n’è anche uno che contiene – tra l’altro con formula dubitativa – l’indirizzo del presidente del Consiglio Mario Draghi. L’invito, ovviamente, è quello di presidiare l’ingresso dell’appartamento del premier. I toni sono davvero poco concilianti e hanno fatto scattare, per questo motivo, le perquisizioni. Un bagno di realtà per chi è abituato a scrivere dietro a una tastiera di un pc o di uno smartphone.

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