Come funzionano e che effetto hanno i boicottaggi delle big tech?

Il recente caso del boicottaggio di Spotify legato a Joe Rogan stimola una riflessione sull'effetto di azioni del genere nei confronti delle big tech

02/02/2022 di Ilaria Roncone

Quanto durano i boicottaggi big tech e che effetto reale hanno quando succede qualcosa come la polemica relativa alla disinformazione del podcast di Joe Rogan che fa disinformazione sui vaccini Covid a mezzo Spotify? Rispondere a queste domande è possibile andando a vedere le tendenze di ricerca su Google Trend. Lo scorso fine settimana è stato ad alto tasso di rischio boicottaggio per Spotify ma, alla fine dei conti, non ha prodotto reali risultati in termini di attenzione duratura.

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Il caso del boicottaggio a Spotify per Joe Rogan

Sempre più frequentemente accade che i servizi offerti tramite le big tech vengano boicottati per via della crescente polarizzazione politica e per la disinformazione che – ancora di più da quando c’è il Covid – è sempre dietro l’angolo. I boicottaggi, però, tendono a essere di durata molto breve. Dopo uno scompenso iniziale, la botta è stata assorbita bene, con le azioni salire di oltre il 13% nella giornata di lunedì. In che modo? Rassicurando gli investitori con la promessa di alcuni cambiamenti e esercitando maggiore trasparenza rispetto alle sue politiche.

Come funzionano i boicottaggi big tech

Andando a vedere i dati su Google Trends – come suggerisce Axios – è evidente che anche i boicottaggi più intensi e che hanno avuto maggiore risonanza non hanno poi avuto chissà quale impatto. Qualche esempio? Il boicottaggio di Facebook nel 2020 ha attirato l’attenzione della stampa ma, a conti fatti, non ha intaccato in alcun modo i guadagni e la maggior parte degli inserzionisti sono tornati entro un mese. La stessa cosa è accaduta a Youtube nel 2017.

I dati Google suggeriscono che, dopo l’esplosione iniziale, le persone e i media passino rapidamente oltre – alla notizia e alla polemica successive -. Anche Netflix ha subito un boicottaggio per l’uscita del film Cuties, ma la durata dell’impatto è stata molto breve e nel trimestre successivo il colosso ha registrato un nuovo picco di abbonamenti.

Cosa succede, quindi, quando avviene il boicottaggio delle big tech? Le conseguenze non sono mai così pesanti – visti anche i numeri registrati dai colossi – e quello che viene loro richiesto è cambiare le loro politiche (o promettere che lo faranno) ed essere più trasparenti in merito alle questioni. Nel caso di Spotify, è stato l’ultimatum di Neil Young – che ha invitato altri artisti a fare altrettanto – che ha costretto il colosso di streaming musicale a rendere pubbliche le sue politiche di moderazione dei contenuti.

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