Quattro delle affermazioni nel podcast di Joe Rogan su Spotify debunkerate
Su Covid e vaccini Joe Rogan ha detto una serie di affermazioni false invitando ospiti che sostenevano queste tesi e facendo, di fatti, disinformazione tramite Spotify
01/02/2022 di Ilaria Roncone
Il podcast di Joe Rogan è tra i più famosi al mondo e, da qualche tempo, si trova al centro di una grande polemica con Spotify messo in mezzo. Il punto centrale è la disinformazione sui vaccini operata attraverso questo mezzo che – per intenderci – viene scaricato fino a 200 milioni di volte ogni mese. Sono milioni le persone raggiunte tramite questo format così come sono milioni (precisamente 100 tondi tondi) quelli che Spotify avrebbe pagato a Rogan per i diritti del suo The Joe Rogan Experience. Il core dello show è la discussione, con gli ospiti invitati di volta in volta, di argomenti attuali – compreso, ovviamente, tutto ciò che negli ultimi due anni è stata la pandemia -. Quando si tratta del podcast Joe Rogan ci sono almeno quattro affermazioni false fatte sul vaccino anti-covid.
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Podcast Joe Rogan, alcune delle bufale che ha maggiormente diffuso
Partiamo da principio – così come riporta BBC – citando una tra le bufale sul vaccino anti-Covid più amate: cambia i geni. «Questo non è un vaccino, questo è essenzialmente una terapia genica», ha detto a chiare lettere Rogan. Quella del vaccino terapia genetica è una storia che abbiamo sentito più e più volte, ma nessuno dei vaccini agisce in alcuna maniera sul DNA delle persone. L’azione avviene tramite l’RNA (Pfizer e Moderna sono vaccini a mRNA), che si fa veicolo delle istruzioni per le cellule e non interagisce con il DNA. Affermare quindi che si tratti di una terapia genica è falso e fuorviante.
C’è poi la questione Ivermectina, un farmaco che viene utilizzato come antiparassitario. Nell’ultimo anno il farmaco è stato al centro di un dibattito rispetto alla sua efficacia nel trattamento del Covid e anche da Rogan se ne è parlato quando Bret Weinstein – autore e docente di biologia – ha affermato che «da sola è in grado di portare questo patogeno all’estinzione». Ci sono però una serie di lavori di debunking che hanno chiarito come gli studi che sottolineano il potere dell’Ivermectina contro il Covid siano di qualità scarsa o chiaramente manipolati.
C’è poi la bufala legata agli effetti collaterali del vaccino se lo si fa dopo aver avuto il Covid. A parlarne da Rogan è stato uno dei suoi ospiti più controversi, il virologo Robert Malone che – tra le altre cose – è stato bannato da Twitter per la sua azione di disinformazione sul coronavirus. La verità? Ci sono una serie di studi condotti egregiamente che dimostrano come alcuni effetti collaterali gravi (come i coaguli del sangue o la miocardite) siano leggermente più probabili in seguito ad alcuni vaccini. Nel Regno Unito, poi, è emerso come gli effetti legati al vaccino fossero più comuni in coloro che hanno già avuto il Covid ma si tratta di effetti più comuni e meno gravi quali stanchezza, brividi e mal di testa.
L’ultima delle bufale più diffuse citate da Rogan è che per tutti i giovani i rischi legati al Covid siano meno rispetto a quelli legati al virus. «Non credo che sia vero che c’è un aumento del rischio di miocardite da persone che prendono il Covid-19 che sono giovani, rispetto al rischio dal vaccino», ha detto il commentatore e comico. Facendo ricerca, però, è stato dimostrato che l’infiammazione al cuore – che porta sintomi come la mancanza di respiro, il dolore al petto e raramente l’insufficienza cardiaca – sono più comuni dopo l’infezione da Covid che dopo la vaccinazione. Emerge anche che la miocardite post-vaccinazione sarebbe meno duratura e più lieve di quella post-Covid. Il punto focale è che i giovani sono meno a rischio quando si tratta di contrarre la malattia in forma grave ma non sono comunque esenti rispetto allo sviluppo di complicazioni anche gravi. In tutte le fasce d’età, quindi, contrarre il virus comporta un rischio maggiore rispetto al vaccinarsi.