I detenuti “trattati” con l’Ivermectina senza saperlo fanno causa all’Arkansas: come una bufala diventa un caso giudiziario

Il farmaco viene utilizzato come antiparassitario e negli ultimi mesi si è diffusa la narrazione sbagliata sulla sua efficacia post-infezione da Sars-CoV-2

19/01/2022 di Enzo Boldi

Viene utilizzato come anti-parassitario veterinario e per la sverminazione dei cavalli. Ma qualcuno ha messo in giro la voce che possa curare anche il Covid, senza alcuna prova e arrecando danni a chi ha deciso di seguire quell’indicazione smentita dalla scienza. La storia dell’Ivermectina utilizzata per trattare le persone infettate dal Sars-CoV-2 va avanti da diversi mesi e qualcuno è stato costretto (in tutti i sensi) a provare sulla propria pelle gli effetti di quel farmaco che non serve sicuramente per curare l’infezione. E così dagli Stati Uniti arriva una vicenda paradossale che mostra come anche molti medici si siano affidati a strambe e strampalate teorie lette sui social, dando un calcio alla scienza.

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Perché l’Ivermectina è stata sì approvata per un piccolo uso sull’uomo, ma non per curare il virus. Lo hanno detto in tutte le salse, ma c’è chi fa orecchio da mercante. Come accaduto in un carcere in Arkansas, dove il medico del penitenziario ha somministrato un mix di farmaci a un gruppo di detenuti con il Covid. E tra le prescrizioni c’era anche il tanto agognato (dai no vax) anti-parassitario. Come riporta la BBC, molti di loro hanno denunciati di aver avuto danni alla vista, diarrea e crampi allo stomaco dopo la prima assunzione e ora hanno fatto causa allo Stato dell’Arkansas. I detenuti sostengono di non esser stati informati sugli effetti collaterali e, soprattutto, non esser stati messi a conoscenza che quel prodotto non sia mai stato approvato per trattare l’infezione da Sars-CoV-2.

Ivermectina per “curare” i detenuti, e loro fanno causa all’Arkansas

Perché no: l’uso dell’Ivermectina non è mai stato approvato (e neanche negli Stati Uniti) come farmaco in grado di contenere gli effetti e addirittura guarire gli effetti del Covid. Ma questa bufala (ne avevamo già parlato nell’agosto dello scorso anno) si è diffusa negli ambienti no vax durante l’estate, costringendo addirittura la Food and Drug Administration (FDA) a intervenire con un comunicato stampa per spiegare gli effetti collaterali dell’uso improprio di questo medicinale che viene usato, per lo più, come anti-parassitario sugli animali.

«Non sei un cavallo. Non sei una mucca. Seriamente, a tutti voi: smettetela». Ma la narrazione bufalesca (sotto tutte le sfaccettature) è proseguita nel tempo e persino alcuni medici hanno proseguito nelle loro indicazioni sull’utilizzo di questo anti-parassitario per trattare il Covid. Ma molte delle persone che hanno deciso di seguire quelle indicazioni non confermate (anzi, smentite) dalla scienza, hanno riscontrato gravi effetti collaterali. E dal Covid non sono guariti.

La diffusione della fake news in Italia

Ovviamente la bufala è arrivata anche in Italia e sui vari gruppi Telegram (ma anche Facebook) si è diffusa questa narrazione su quel farmaco anti-Covid miracoloso chiamato Ivermectina. Ovviamente si trattava di una fake news, ma ancora oggi si continua a gridare al classico grido: «Funziona, ma non ce lo vogliono dire». Un motto che è alla base di tutte le teorie della cospirazione. E tutti si basa sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (nella Serie Generale del 20 maggio 2021, con riferimento) dell’autorizzazione arrivata per l’uso sull’uomo.

Iverscab è il farmaco che al suo interno ha l’Ivermectina. In molti si sono fermati al titolo, senza leggere i dettagli di questa approvazione che si trovano a pagina 31 dello stesso documento:

«Indicazioni terapeutiche: trattamento della strongiloidiasi gastrointestinale (anguillulosi); trattamento di sospetta o diagnosticata microfilaremia in pazienti con filariasi linfatica causata da Wuchereria bancrofti; trattamento della scabbia sarcoptica umana. Il trattamento è giustificato quando la diagnosi di scabbia è stata stabilita clinicamente e/o da un esame parassitologico. Senza diagnosi formale, in caso di prurito, il trattamento non è giustificato».

In piccole dosi. Ma non per il Covid. Non per il Covid.

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