Apple estende l’esenzione al pagamento in app per alcune tipologie di servizi

La nuova scadenza è il 30 giugno 2022: il vantaggio per le applicazioni è non dover corrispondere fino al 30% su ogni acquisto a Apple

24/01/2022 di Redazione

Un gesto, piuttosto simbolico, che riguarda principalmente le applicazioni che – in questo periodo – stanno aiutando le persone a connettersi tra loro. Lo sta facendo Apple che, udite udite, rinuncerà ancora per qualche tempo a uno dei suoi tratti distintivi e più controversi: il pagamento interno all’Apple Store. Si tratta di una pratica che garantisce ad Apple una fee che può arrivare fino al 30% (e mai al di sotto del 15%) sul download di ciascuna applicazione: una sorta di “tassa” che la casa di Cupertino chiede agli sviluppatori di app in cambio della visibilità offerta sul suo Apple Store.

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Pagamenti Apple, la proroga per le applicazioni di comunicazione

In virtù del fatto che alcune applicazioni che incentivano il lavoro di gruppo a distanza o che servono alle persone per comunicare tra loro hanno svolto un ruolo importante nel corso della pandemia, dal momento che la recrudescenza della quarta ondata di coronavirus è ancora sotto gli occhi di tutti, ecco che Apple ha permesso a queste applicazioni di monetizzare per intero sui download fino al prossimo 30 giugno 2022. Con questa operazione, Apple intende dare un supporto a tutti quegli sviluppatori che si sono trovati in difficoltà economiche proprio per questa situazione d’emergenza che ormai stiamo vivendo da due anni a questa parte.

La questione dei pagamenti esterni all’Apple Store è una delle più dibattute tra le policies dell’azienda di Cupertino: questa pratica è stata uno dei punti focali, ad esempio, del processo ceh Apple ha dovuto sostenere contro Epic Games ed è stato l’aspetto su cui, dal punto di vista legale, ha dovuto cedere più terreno. Va da sé che il colosso di Big Tech stia provando a sondare soluzioni alternative rispetto a quest’ultima, lanciando iniziative come queste che possono essere considerate “di bandiera”. O, se preferite, di facciata

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