Tutti gli strumenti a disposizione degli utenti per bloccare o limitare le funzionalità di un follower
Dall'inserimento degli utenti negli amici più stretti, fino alla diffusione più controllata di un contenuto: non è difficile giocare a nascondino sui social network
30/01/2023 di Redazione Giornalettismo
Se ci sono degli studi statistici che prendono in esame la percentuale di utenti di social network come Instagram o Facebook che decidono, a un certo punto della loro vita virtuale, di bloccare familiari e/o amici per impedire loro di dare uno sguardo alla loro attività sulle piattaforme, allora significa che non è tutto oro quello che luccica. Già, perché siamo stati sempre più abituati a vedere i social network unicamente come un luogo di felicità: e guai se qualcuno, in qualche modo, questa felicità ce la toglie o ce la macchia con un richiamo al realismo. Va da sé che le persone che maggiormente “minacciano” questa nostra felicità apparente sono le persone a noi più vicine, quelli che ci conoscono anche fuori dalla parete ovattata del nostro profilo social. Ecco perché, dunque, c’è una tendenza sempre maggiore – soprattutto tra i millennials – a bloccare i familiari o a limitare i contenuti a loro accessibili. E c’è da dire che, in questo, le piattaforme si dimostrano essere le alleate più fedeli, mettendo a disposizione degli utenti diversi strumenti utili a bloccare persone sui social: basti pensare al gruppo degli amici più stretti su Instagram o alla possibilità di mostrare dei post su Facebook soltanto ad alcune persone e non a tutta la platea dei followers.
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Bloccare persone sui social: quali sono gli strumenti a disposizione sulle piattaforme
È chiaro che molto dipende dalla conoscenza, più o meno approfondita, delle piattaforme da parte degli utenti: più strumenti legati alla limitazione dei contenuti fanno parte del bagaglio di informazioni di questi ultimi, meno impattante sarà l’esito dell’operazione sul familiare da cui ci si vuole nascondere. Il blocco del profilo, insomma, è soltanto l’ipotesi più estrema, quella che arriva diretta anche al destinatario del blocco stesso, come una sorta di schiaffo in faccia. Chi viene bloccato, prima o poi, lo scoprirà e – con ogni probabilità – sarà molto deluso da questo. Perciò, per evitare imbarazzi in famiglia, è opportuno utilizzare altre tecniche.
Tutti gli strumenti di limitazione che Facebook mette a disposizione
Facebook mette a disposizione diversi strumenti. Quando si pubblica un post su Facebook, ad esempio, si può scegliere se mostrarlo a tutti, mostrarlo soltanto agli amici (o agli amici delle persone taggate in quel post), mostrarlo soltanto all’interno del proprio feed (in modo tale che il post non compaia nel feed degli amici, ma possa essere raggiungibile soltanto per chi dovesse andare direttamente sul profilo in questione), mostrarlo a una lista ristretta di amici (nascondendolo, al contrario, a tutti coloro che verranno esclusi da questa lista). Altri modi per limitare le interazioni con persone indesiderate su Facebook sono quelli che riguardano i tag: si può scegliere, ad esempio, di non essere taggati da determinati utenti, ma anche di richiedere l’eliminazione del tag da un contenuto una volta pubblicato. Si tratta, in questo caso, di finezze che hanno bisogno di una conoscenza piuttosto approfondita della piattaforma, ma che possono sicuramente contribuire a evitare potenziali imbarazzi (o vere e proprie azioni moleste).
Inoltre, Facebook permette anche di escludere alcuni utenti dai commenti ai post. Lo si può fare, in generale, per tutti i contenuti che vengono pubblicati sul proprio profilo o per uno specifico post: a quel punto, si eviteranno commenti sgraditi o indesiderati sotto alle proprie foto o ai contenuti multimediali che verranno proposti. Tutte le funzionalità sopra descritte si trovano all’interno della sezione Impostazioni e privacy disponibile per tutti gli utenti e gli iscritti a Facebook.
Tutti gli strumenti di limitazione che Instagram mette a disposizione
Per quanto riguarda Instagram, invece, il tema dell’inclusività e della sicurezza nella fruizione della piattaforma ha sensibilizzato da vicino i vertici del social network che, negli ultimi anni, hanno messo a punto una serie di azioni e di precauzioni per favorire la privacy o per assecondare la sensibilità degli utenti. Al di là di opzioni molto utili in generale – come ad esempio la scomparsa di tutti quei contenuti afferenti a una determinata sfera (come quella sessuale) che può essere richiesta, in modo tale da evitare che il feed si “macchi” di foto e video di questo tipo -, Instagram permette, per quanto riguarda i post, di disattivare i commenti o di creare liste di persone che non possono interagire con i contenuti pubblicati.
Dal 2018, inoltre, è possibile limitare anche il pubblico delle proprie Instagram Stories. La funzione “Amici più stretti”, infatti, permette agli utenti di rendere visibili i contenuti che già normalmente spirano dopo sole 24 ore soltanto ad alcune persone. Gli amici più stretti, appunto, quelli con cui si ha maggiore confidenza, quelli che non ti tradirebbero (si spera) mai. I contatti non saranno informati direttamente del fatto di essere esclusi da una lista di amici più stretti: saranno invece informati gli amici più stretti, perché il cerchio intorno alle stories dell’utente che li ha scelti sarà verde (al posto del colore fucsia).
Anche Instagram, infine, prevede casi estremi di limitazione o di mancato accesso ai contenuti. Attraverso la sezione Privacy in Impostazioni, oppure sul profilo della persona che sta per essere interessata dal blocco, è possibile silenziare una persona. Ciò significa che le sue Instagram Stories non appariranno nell’elenco di quelle che normalmente sono a disposizione degli utenti e che i commenti che vengono pubblicati dalla persona silenziata a corredo di post dell’utente che l’ha bloccata resteranno visibili soltanto alla persona silenziata (questo di default: ma se la persona ritiene che il commento possa essere appropriato, può decidere – previa valutazione personale – di mostrarlo a tutti i suoi followers).
La pervasività dei social network rispetto alla nostra vita privata, insomma, ci ha messo più volte nelle condizioni di riflettere sul ruolo delle piattaforme. Gli utenti hanno mostrato con sempre più frequenza delle esigenze per tutelare la propria privacy e – in generale – le aziende che curano e promuovono i social network sono state sensibili a queste tematiche. Certo, poi ci sarebbe il tema dell’utilizzo che le aziende che posseggono social network fanno delle informazioni sugli account limitati per targettizzare ancora di più l’utente. Ma questa, come sempre, è un’altra storia.