Salvini dice che gli italiani non si sono accorti che il M5S lavora di più

Siamo arrivati anche al «chi lavora di più». Le avvisaglie, per carità, c’erano già state. Tra battutine di Luigi Di Maio a Matteo Salvini sul fatto di stare un po’ più al ministero e un po’ meno in giro per l’Italia. Ma adesso lo scontro sembra essere arrivato al punto di passare come una questione di sostanza. Lega e Movimento 5 Stelle animano le schermaglie dei retroscena sul reciproco contributo all’azione di governo.

Matteo Salvini dice che gli italiani non si sono accorti del Movimento che lavora di più

Secondo Luigi Di Maio, sorridente, «è evidente che il Movimento 5 Stelle lavori di più della Lega». Ufficialmente, Matteo Salvini non risponde. Ma lascia trapelare un virgolettato, intercettato da Marco Cremonesi sul Corriere della Sera. «Dicono che lavorano di più, ma gli italiani non se ne sono accorti. Oppure, come nel caso di Toninelli, se ne sono accorti anche troppo. Lo stesso vale per Virginia Raggi». Che proprio ieri, tra l’altro, aveva detto a Matteo Salvini di «magnà tranquillo», in seguito alla sua tentazione di proporsi come sindaco di Roma.

Lo stallo al governo e in Parlamento

In realtà, il problema ‘lavoro’ al governo è evidente, sia da una parte, sia dall’altra. L’impegno profuso dalle due forze politiche all’interno dell’esecutivo sembra riflettersi soltanto nel gioco degli equilibri e delle mediazioni: Lega e Movimento 5 Stelle si riuniscono fino a notte fonda per trovare compromessi formali nella stesura dei provvedimenti o dei comunicati stampa. Nella sostanza, però, si batte sempre sugli stessi punti.

Un blocco che si riflette anche sull’azione del Parlamento, che sembra non avere più alcuna voglia di legiferare. In questo primo anno, le leggi approvate da questa legislatura sono 34. In linea, per carità, con la tendenza degli ultimi anni, ma con un significato diverso viste le continue liti nella maggioranza. E adesso c’è il rischio anche di impantanarsi al livello della condotta del governo, visto l’imminente incombere delle elezioni europee e la successiva incertezza post voto. Tanto che già si parla di rimpasto o larghe intese per scongiurare le elezioni anticipate.

Il tutto tra litigi e scaramucce, tra stoccate a Toninelli e rincorse da scolaretti alla cattedra della maestra su «chi è più bravo». Fotografia della politica nel 2019.

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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