Quel balcone Def-enestrato

10/04/2019 di Enzo Boldi

Le esultanze, in tempo di Var, rischiano di rimanere come un urlo bloccato in gola: si segna un gol, si corre sotto la curva, magari ci si leva anche la maglia ricevendo anche un’ammonizione, poi si torna in campo e l’arbitro annulla la rete dopo il consulto con il suo assistente che, seduto davanti a uno schermo, ha valutato una condotta errata. E il Var della politica sono i numeri, quelli del Def che hanno spento gli entusiasmi da balcone di Luigi Di Maio e riportato con i piedi sulla terra il governo che, questa volta, non se l’è sentita di metterci la faccia e ha disertato la sala stampa di Palazzo Chigi dopo aver approvato – tra mille discussioni, e questo non possono più negarlo – il Documento di Economia e Finanza, la famosa cornice entro la quale ci si potrà muovere per la Legge di Bilancio del prossimo anno.

Il balcone non c’è più. Niente pugni rivolti al cielo in segno di vittoria per aver abolito la povertà, niente più slogan alla ‘Armageddon’ tipo «Ce l’abbiamo fatta». I paletti definiti dal Def stoppano la feroce esultanza del Movimento 5 Stelle – con la Lega e Matteo Salvini che, furbescamente, avevano evitato di sporgersi così tanto da quel balcone – contro tutti, per dimostrare che le loro idee innovative avrebbero funzionato. E invece no. Nel Def, infatti, la crescita per quest’anno si blocca allo 0,2% rispetto all’1% previsto in precedenza e che aveva portato Giuseppe Conte a definirlo come «un anno bellissimo».

Il Def del governo boccia i piani del governo

«Rigore è quando arbitro fischia», diceva il caro e compianto Vujadin Boškov. E la citazione dello straordinario e iconico allenatore non può che calzare a pennello. E il rigore, in questo caso, è la crescita. Eppure Giovanni Tria, nelle segrete stanze di Palazzo Chigi al netto delle dichiarazioni pubbliche, aveva messo tutti sull’attenti: Reddito di Cittadinanza e, in particolare, Quota 100 non avrebbero avuto un effetto sullo sperato e dichiarato – dal buon Luigi Di Maio – «boom economico», perché non sono provvedimenti (senza entrare nel merito dei decreti, ma solamente analizzando la loro natura) in grado di rilanciare la crescita di un Paese.

Le lacrime e l’esultanza dal balcone

Anzi, hanno contribuito a far aumentare il rapporto deficit/pil riportandolo alla tanto contestata cifra del 2,4%, che aveva già fatto infuriare i burocrati europei. La ‘bomba di Maradona’ dell’economia italiana, in realtà, si è rivelato un ‘minicicciolo’ lanciato da quel balcone. E ora che è scoppiato tutti sono scappati. Come se non fosse loro la responsabilità di aver illuso chi si è fidato di loro. Ora l’Italia è attesa da un periodo duro – non che prima fosse migliore, questo è chiaro -, ma almeno prima si piangeva davanti alle telecamere, ora ci si sporge dal balcone, si fa una brutta figura e si scappa.

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