L’ultimo aeroporto di Tripoli è stato colpito da un bombardamento aereo

L’aeroporto civile di Mitiga era l’unico ancora funzionante a Tripoli, ma dopo il bombardamento effettuato dalle forze armate del generale Khalifa Haftar è stato chiuso. Secondo alcuni testimonianze, le piste dell’ultimo aeroporto della capitale libica non sono state colpite, ma il bilancio delle vittime degli scontri è terribile: 32 morti e 50 feriti.

Mitiga, l’ultimo aeroporto di Tripoli è stato colpito da un bombardamento aereo

I due aerei sarebbero partiti dalla base di Al Watyia, nell’Ovest del Paese,zona sotto il controllo delle milizie fedeli al generale Khalifa Haftar. Il raid areo ha bombardato l’aeroporto civile di Mitiga, l’ultimo scalo funzionale di  Tripoli. Il bombardamento arriva dopo giorni di intensi tentativi delle milizie fedeli al generale di avvicinarsi alla capitale libica. Un’avanzata del generale che era stata condannata non solo da una risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu ma anche dal segretario di stato Usa Mike Pompeo che aveva intimato al generale di interrompere le operazioni militari.

Un portavoce del ministero della Sanità del governo di unità nazionale guidato da Fayez al-Serraj ha riferito che sarebbero morte almeno 30 persone, tra cui diversi civili, mentre altre 50 sarebbero rimaste ferite negli scontri a Sud della capitale

L’appello di Federica Mogherini: «Situazione sempre più preoccupante, si torni al tavolo negoziale»

L’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini al termine del Consiglio Esteri ha dichiarato che «i Paesi dell’Ue sono uniti nel sollecitare le parti in Libia ad una tregua umanitaria come raccomandato dall’Onu; a evitare qualsiasi ulteriore escalation militare e a tornare al tavolo del negoziato». Mogherini ha sottolineato che sta seguendo gli aggiornamenti da molto vicino, ma che le notizie in arrivo «non vanno nella giusta direzione». «Rivolgo un appello molto forte ai leader libici, ed in particolare ad Haftar – ha aggiunto Federica Mogherini – a fermare le attività militari in questo momento e tornare al tavolo negoziale sotto gli auspici dell’Onu» ribadendo che i i 28 sono «molto uniti» nel voler «sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite» affinché cessino gli scontri in Libia.

(credits imagine di copertina:  © Huang Ling/Xinhua via ZUMA Wire)

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