L’ex M5S De Falco «salirà a bordo» della Mare Jonio per salvare i migranti

Era la notte del 13 gennaio 2012. L’ufficiale della Capitaneria di porto Gregorio De Falco intimava al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino di salire a bordo per salvare le vite umane dal naufragio. A distanza di 7 anni, dopo aver dato fiducia al M5S (che lo ha eletto in Senato, salvo poi espellerlo perché De Falco era dissidente nei confronti di diversi passaggi proposti dal partito di Luigi Di Maio), De Falco tornerà a salvare vite umane. Tra qualche giorno, infatti, potrebbe essere a bordo della nuova missione della ong Mediterranea, che farà salpare nuovamente la sua mare Jonio.

Gregorio De Falco parteciperà alla missione della mare Jonio

Nella prossima settimana, la mare Jonio, infatti, dovrà cercare di arrivare a qualche miglia di distanza dalla Libia, Stato sempre più in crisi, dopo le ultime vicende militari che coinvologono il generale Haftar e il governo riconosciuto dall’Onu di Sarraj. Gregorio De Falco sta per concludere l’iter burocratico che lo porterà a imbarcarsi. Ancora da definire il contributo che l’ex ufficiale della Capitaneria di porto potrà dare alla ong che salva vite umane.

Il senatore ha commentato così la notizia: «Tra una vita umana e milioni di like non esiterei neppure un istante a scegliere la prima. Ecco, la differenza è tutta qui». Una frecciata al governo (e ai partiti) del consenso populista:

In una successiva intervista a Open, poi, De Falco ha affermato: «Al governo abbiamo un ministro incompetente. Incompetente nel senso istituzionale. La questione degli sbarchi è stata male affrontata: è stata confusa con quella dei migranti, ma sono due cose diverse, perché il naufrago approda, non chiede di entrare di per sé in un Paese. Prima bisogna farlo approdare, poi si capisce da dove arriva e come gestirlo. Se così non fosse si creerebbe solo morte. La legge del mare è superiore a qualsiasi legge statale».

Quello che per tutti era diventato il simbolo della disciplina in mare, dopo aver redarguito pesantemente Schettino nel corso dei primi minuti delle operazioni di salvataggio all’Isola del Giglio, adesso si troverà nella paradossale situazione di partecipare a quelle missioni che il governo (e quindi l’autorità pubblica) non riesce proprio a tollerare, dando il via a una perenne battaglia giocata sul filo della giurisdizione, tra porti chiusi (che poi chiusi non sono) e divieti di sbarchi.

Il contributo di Gregorio De Falco al salvataggio dei migranti

Ora, Gregorio De Falco, grande conoscitore del diritto della navigazione e più volte contattato dai media per illustrare lo stato dei fatti in questioni molto complesse come quella della nave Diciotti o della Sea Watch, sarà direttamente a bordo della nave di una ong per toccare con mano il braccio di ferro tra chi salva vite in mare e il governo.

Lo farà in una posizione di totale indipendenza. La rottura tra De Falco e i vertici del M5S è esplosa a novembre, in occasione del voto del decreto Salvini su immigrazione e sicurezza al Senato. In quella circostanza, cinque senatori tra cui De Falco avevano deciso di non partecipare al voto, non condividendo il contenuto del provvedimento. Successivamente, De Falco si è iscritto al gruppo misto, in seguito alla sua espulsione dal Movimento. Ora, farà opposizione anche in mare.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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