Salvini: «Tria si sbrighi o faccia il panettiere»

06/04/2019 di Enzo Boldi

Lavorare di notte per far trovare il pane appena sfornato a tutte le altre persone che si svegliano la mattina è una delle professioni più dignitose, ma per Matteo Salvini diventa – anche questo – un modo per sbeffeggiare. L’idea del Tria panettiere è stata messa in luce dal leader della Lega per sottolineare la «mancanza di coraggio» da parte del ministro dell’Economia e delle Finanze che, data l’evidente difficoltà del nostro Paese, sta tentando di prendere tempo prima di staccare assegni su assegni per coprire promesse elettorali. Un attendismo che, date le imminenti elezioni europee, potrebbe mettere i bastoni tra le ruote di Salvini che, da diverse settimane, ha scelto il titolare del Mef come suo obiettivo principale.

Prima l’intromissione familiare alla pubblicazione della notizia del figlio del ministro dell’Economia che aiuta i migranti in difficoltà nel Mediterraneo con la Ong italiana della Mare Jonio: «Fosse mio figlio lo prenderei per un orecchio e lo riporterei a casa». Poi altri affondi dopo il rinvio dei rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, con il provvedimento che per il momento è rimasto escluso dal dl Crescita. Ed è proprio su questo rallentamento che Salvini ha tirato fuori la storia di Tria panettiere.

Tria panettiere perché fa l’attendista

«Anche io faccio il ministro e mi prendo le mie responsabilità, firmo decine di atti ogni giorno e mi assumo anche io dei rischi – ha detto Matteo Salvini (anche se il caso Diciotti e l’immunità raccontando ben altro, ndr) – Se te la senti di farlo, fai il ministro e il dirigente. Se non te la senti puoi sempre fare il panettiere». Ma il ministro dell’Interno ne ha per tutti gli alleati di governo. L’altro obiettivo, infatti, è il titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Parole dolci anche per Toninelli

«Anche sui cantieri occorre avere più coraggio – prosegue Matte Salvini nelle parole riportare da La Repubblica -. Domenica vado al Vinitaly di Verona e poi a Vicenza. Perché non sono partiti i lavori pe l’alta velocità tra le due città? Perché Toninelli sulla Brennero ha litigato con tutti gli amministratori locali. Invece firmi, firmi!». Giochi di ruolo, giochi di strategia elettorali.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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