Caso Unabomber, Elvo Zornitta fa causa allo Stato italiano dopo esser stato dichiarato innocente

04/04/2019 di Enzo Boldi

È stato uno dei casi di cronaca che ha coperto le pagine della cronaca italiana per anni e che ha inasprito il senso di insicurezza nella gente. Ci trovavamo nel pieno degli anni Novanta e ci avvicinavano al nuovo Millennio quando tra Veneto e Friuli la figura dell’Unabomber italiano fece la sua comparsa. Tantissimi gli episodi di piccole cariche esplosive inserite in oggetti dall’uso comune. Una trentina di casi simili, ma sempre diversi che hanno portato a lunghissimi processi, tantissimi sospetti senza mai condurre a un colpevole. Nel 2004, però, l’attenzione degli inquirenti si spostò sulla figura dell’ingegner Elvo Zornitta. Prove su prove, smontate pezzo su pezzo fino a una manomissione nel tentativo di condannare l’uomo. Poi la sua posizione venne archiviata perché ritenuto non colpevole e ora è pronta la richiesta di risarcimento ai danni dello Stato.

L’iter, però, sembra essere lungo e frastagliato e Zornitta rischia di dover aspettare moltissimo tempo per ottenere quanto chiesto allo Stato per i torti subiti in quei tre anni di processo, fatto anche di prove manipolate, come certificato dal tribunale stesso. Il primo step sarà a settembre, quando ci sarà la nuova udienza in cui verrà discussa la perizia psichiatrico-forense disposta dal Tribunale sull’ingegnere friulano accusato di essere Unabomber.

Non era Unabomber, ora Zornitta chiede il risarcimento allo Stato

«I tempi della giustizia civile, si sa, purtroppo in Italia sono molto lunghi – ha commentato al Corriere della Sera l’avvocato Maurizio Paniz, il legale che ha assistito Zornitta anche durante i tre anni di processo -. Lo Stato, di questi tempi, non ha grandi risorse e le cifre offerte per la transazione non erano assolutamente adeguate. Abbiamo ripreso la causa davanti al Tribunale, tranquillamente, che ora ha disposto queste perizie». L’ingegnere venne scagionato nel 2007 quando fu accertato che la prova principe contro di lui, un lamierino usato in un ordigno, era stato manomesso da un poliziotto, poi condannato per quella falsa prova.

Il mancato accordo sul milione di euro

Ora la richiesta di risarcimento, che in realtà era già stata inoltrata nel 2017, ma i tentativi di transazione con i ministeri dell’Interno e della Giustizia e con il poliziotto condannato per falco sono falliti. I difensori di Zornitta chiedevano un milione di euro, cifra troppo elevata secondo l’avvocato dello Stato. Dopodiché la causa è ripresa in Tribunale, e il giudice ha disposto le perizie psicologiche, sull’ingegnere friulano e sui familiari, per capire gli eventuali danni patrimoniali, biologici e d’immagine patiti dall’ingegnere.

(foto di copertina: LASORTE/ANSA/DEF)

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