Virginia Raggi sbaglia il nome dell’enciclica del Papa e scrive «Laudato sì»

Laudato sì e non Laudato si’. Virginia Raggi ha fatto confusione sul nome dell’enciclica sull’ambiente di Papa Francesco, ispirata al cantico delle creature del santo di Assisi. La sindaca di Roma, nello storico incontro con il potefice al Campidoglio, ha infatti voluto dedicare la sala della Piccola Promoteca in comune proprio all’enciclica di Papa Francesco, perché meglio rispecchia i valori e l’identità del Movimento 5 Stelle di cui fa parte: il rispetto dell’ambiente, infatti, è da sempre stata considerata la prima stella del partito fondato da Beppe Grillo.

Laudato si’, la gaffe della Raggi sull’enciclica del Papa

Nel promuovere questa iniziativa sui social network, però, Virginia Raggi ha sbagliato la grafia del titolo dell’enciclica. La forma Laudato si’, infatti, è quella originaria della preghiera di San Francesco ed è una formula arcaica. La forma più moderna sarebbe quella con la doppia ‘i’ nella seconda persona dell’imperativo presente di essere (sii). Tuttavia, completamente sbagliata è la forma utilizzata da Virginia Raggi: ‘sì’, infatti, è l’avverbio utilizzato per comunicare una risposta affermativa.

La targa Laudato si’ al Campidoglio è corretta

Ovviamente, il tweet di Virginia Raggi è stato preso immediatamente di mira sui social network. Tuttavia, la targa posizionata in Campidoglio davanti alla sala della Piccola Promoteca presenta la formula corretta, che è quella di «si’», con l’apostrofo a indicare il troncamento. Un sospiro di sollievo, perché in caso contrario sarebbe stata una vera e propria gaffe di portata mondiale. Invece, l’errore resta confinato ai followers sui social network di Virginia Raggi.

L’incontro tra la sindaca di Roma e il papa all’interno degli uffici del Comune è stato a suo modo storico. Jorge Mario Bergoglio è il quarto Pontefice a visitare le sale capitoline, dopo San Paolo VI, San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Nel corso della sua visita, il papa ha voluto lanciare un appello in favore della città eterna, invitando le istituzioni a rispettarla: «Roma – ha detto il Papa – è un organismo delicato, che necessita di cura umile e assidua e di coraggio creativo per mantenersi ordinato e vivibile, perché tanto splendore non si degradi, ma al cumulo delle glorie passate si possa aggiungere il contributo delle nuove generazioni, il loro specifico genio, le loro iniziative, i loro buoni progetti».

FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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