Giarrusso e i contrasti con l’ex attivista grillina: imputazione coatta per lui

Mario Michele Giarrusso aveva ricevuto prima la richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero. Poi, è stato il giudice per le indagini preliminari di Catania, Giuseppina Montuori, a disporre per lui l’imputazione coatta. Si tratta di uno strumento che non corrisponde a un rinvio a giudizio, ma che comporta un complesso iter giudiziario successivo che può concludersi in vario modo.

L’imputazione coatta per Mario Michele Giarrusso

Il caso finito sotto la lente d’ingrandimento è quello delle espressioni rivolte dal senatore del Movimento 5 Stelle in alcuni suoi post. In queste frasi, alcune volutamente allusive come la definizione «Madame Pompadour», si è riconosciuta una ex attivista grillina, impegnata in diverse iniziative a favore del Movimento 5 Stelle delle origini e molto nota per la divulgazione delle sue idee attraverso un blog. Lei si chiama di Debora Borgese Valverde e aveva segnalato la presunta diffamazione ai suoi danni.

L’ordinanza del gip su Mario Michele Giarrusso

Ora, il gip ha disposto un ulteriore passaggio per Giarrusso. L’ordinanza del gip chiarisce la motivazione di quest’ultima azione: «Le numerose espressioni utilizzate da Giarrusso nei vari post pubblicati, sia lette singolarmente che nel loro insieme, conducono inevitabilmente alla identificazione certa del bersaglio – si legge nell’ordinanza -, trattandosi tra l’altro di personaggio dotato di una certa rilevanza mediatica in quanto con connotazioni politiche e funzioni amministrative, tanto che siffatti post sono stati commentati da terzi che hanno perfettamente compreso l’identità della Borgese; in secondo luogo, esse sono certamente offensive e diffamatorie in quanto descrivono Borgese come soggetto dalla scarsa moralità e da cui necessita per vari motivi stare lontani. A ciò si aggiunge che trattasi di soggetti di rilievo pubblico, con tanti seguaci social di varia natura e i cui post hanno quindi una notevole diffusione e rilevanza».

Insomma, pur rilevando che l’attivista in questione non sia mai stata nominata nei post sui social network utilizzati da Mario Michele Giarrusso, il giudice ha ritenuto comunque identificabile il soggetto al quale quelle affermazioni – alcune, lo si può dire, di cattivo gusto – erano rivolte.

La vicenda assume una rilevanza pubblica, dal momento che Mario Michele Giarrusso, negli ultimi tempi, è finito più volte nell’occhio del ciclone della stampa. Tutti ricordano le immagini del gesto delle manette rivolto ai senatori del Pd che protestavano contro la decisione della giunta immunità del Senato di negare l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso della nave Diciotti.

FOTO: ANSA/CLAUDIO ONORATI

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