Il padre del ‘giovane eroe’ del bus spera sia concessa alla sua famiglia la cittadinanza italiana

21/03/2019 di Enzo Boldi

Il suo gesto ha salvato la vita dei suoi compagni di classe mentre lo sconsiderato folle gesto dell’autista Ousseynou Sy aveva messo a rischio tutte le persone presenti su quel bus all’altezza di San Donato Milanese. Rami ha 14 anni e i suoi genitori sono di origini egiziane. Lui è nato in Italia nel 2005, mentre suo padre e sua madre sono arrivati nel nostro Paese nel 2001. Tutti e tre (compreso un secondo figlio) non hanno ancora ricevuto la cittadinanza italiana, a il gesto eroico del giovane potrebbe sbloccare la situazione per evidenti ragioni meritocratiche.

A chi gli chiede se si sente un eroe, Rami risponde candidamente: «Un po’ sì, ma non l’ho fatto per sentirmi un eroe, l’ho fatto per salvare i miei compagni». È nato nel 2005 in Italia mentre i suoi genitori sono arrivati nel Bel Paese nel 2001. Una famiglia semplice, padre operaio e due figli: uno che va alle medie e uno che va alle superiori. Nessuno dei però ha ancora la cittadinanza. «Sono orgoglioso di mio figlio – riporta l’agenzia Agi -, spero che l’Italia gli dia la cittadinanza, e spero di prenderla anche io, perché a me piace questo Paese, è la mia seconda patria», ha spiegato Khalid, il padre del giovane eroe di San Donato Milanese.

Rami, il giovane eroe di San Donato senza cittadinanza

Quando Rami racconta i momenti concitati del salvataggio, mentre Ousseynou Sy dirottava il bus da Crema verso Milano, con l’intenzione di andare a Linate minacciando una strage, sembra essere un adulto: «Ho nascosto il telefono, facendo finta di consegnarglielo ma poi tornando indietro. Così ho chiamato i carabineri». Rami ha riconosciuto bene la direzione che stava prendendo il bus: «Eravamo sulla Paullese, me ne sono reso conto». E grazie a questa informazione le pattuglie dei carabinieri, coordinate a San Donato Milanese dal tenente Valerio Azzone, sono riuscite ad arrivare sul posto e bloccare lo scuolabus.

La lucidità durante le fasi concitate

«Tutto il bus era ormai pieno di benzina, lui aveva la pistola, il coltello e due accendini, poi ho sentito due colpi». Eppure, nonostante la paura, Rami è riuscito a rimanere lucido, ha chiamato anche a casa e ha tranquillizzato i suoi compagni che si trovavano nel retro del bus: «Dicevo loro di stare tranquilli, che non ci avrebbe fatto del male». Nella seconda media della scuola di Crema che Rami frequenta, su 22 alunni quelli di origine straniera sono 6, ma nel momento in cui «doveva salvare 51 vite non ho pensato a queste cose». Ai giornalisti che gli chiedono se si senta italiano, risponde: «Sì, metà e metà».

Share this article