Caso Cucchi: 8 carabinieri rischiano il processo

19/03/2019 di Redazione

Ci sono otto carabinieri nel mirino degli inquirenti. A questi ultimi è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini che, solitamente, precede il rinvio a giudizio. La vicenda in questione è quella del caso Stefano Cucchi e dei depistaggi che alcuni rappresentanti dell’Arma avrebbero commesso per nascondere le vere cause della morte del geometra, avvenuta il 22 ottobre del 2009.

Stefano Cucchi, i carabinieri ai quali è stata notificata la chiusura delle indagini

Tra i nomi dei carabinieri che rischiano il processo ci sono quelli del generale Alessandro Casarsa, all’epoca dei fatti comandante del Gruppo Roma, e del colonnello Lorenzo Sabatino, già responsabile del reparto operativo. Gli altri carabinieri sono Francesco Cavallo, Luciano Soligo, Massimiliano Colombo Labriola, Francesco Di Sano, Tiziano Testarmata e Luca De Cianni.

Sono diversi i reati contestati a queste otto figure. Casarsa, Cavallo, Colombo Labriola, Di Sano e Soligo sono accusati dalla procura di concorso nel reato di falso. Sabatino e Testarmata, invece, rispondono di omessa denuncia, mentre Testarmata ha anche l’accusa di favoreggiamento. A De Cianni sono attribuiti il falso e la calunnia.

I depistaggi nel caso di Stefano Cucchi

La vicenda, ormai nota, riguarda la costruzione di un impianto estremamente complesso per depistare le indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Secondo alcune testimonianze rese agli inquirenti, ci sarebbero state alterazione di documenti, report riservati avuti in anticipo e interventi per modificare atti ufficiali: queste indicazioni sono emerse ampiamente nel processo a carico degli altri carabinieri coinvolti nel caso della morte di Stefano Cucchi.

La catena di depistaggi arrivò addirittura, secondo i magistrati, all’allora ministro della Giustizia Angelino Alfano che, inconsapevolmente, riferì in Parlamento informazioni false sulla morte di Stefano Cucchi, basandosi proprio sulle notizie ricevute dai carabinieri. Una vicenda che per anni ha caratterizzato le pagine dei principali quotidiani di informazione e per la quale si cerca ancora la verità. Verità che potrebbe arrivare proprio da un eventuale processo nei prossimi giorni.

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