M5S contro la Flat Tax di Salvini: «Promessa elettorale à la Berlusconi»

Questa volta, però, il Movimento 5 Stelle non potrà appellarsi nemmeno al fatto che la proposta che arriva direttamente da Matteo Salvini non sia inserita nel contratto. La flat tax, infatti, nell’accordo di governo c’è eccome, firmata proprio dallo stesso Luigi Di Maio, capo politico dei pentastellati. Ecco perché il nervosismo del partner di governo della Lega sembra essere ingiustificato. Certo, le tempistiche insospettiscono.

La flat tax nel contratto, ma il M5S la reputa strategia elettorale

Dopo aver messo a tacere la flat tax per un periodo di tempo piuttosto lungo, infatti, la Lega torna alla carica con la proposta di una aliquota unica per tutti. O meglio, nella versione edulcorata della flat tax (con doppia aliquota) venuta fuori dal lungo confronto preliminare al varo dell’alleanza Lega-M5S. Infatti, la proposta della flat tax arriva alla vigilia dell’appuntamento elettorale per le europee di maggio. Un timing indigesto al Movimento 5 Stelle, turbato dal rilancio della Lega di Matteo Salvini.

Stando a quanto riportato da alcuni retroscena sul quotidiano La Stampa, infatti, Luigi Di Maio sarebbe su tutte le furie per la nuova mossa di Salvini: «Strategia elettorale che ricorda quella di Silvio Berlusconi» – avrebbe detto Di Maio ai suoi. Poco importa, infatti, che per realizzare la flat tax ci sia bisogno di una cifra che oscillerebbe tra i 25 e i 60 miliardi di euro e che, in base alla legge di bilancio e alle previsioni di (de)crescita dell’Italia sarebbe impossibile da attuare.

Come dovrebbe funzionare la flat tax di Matteo Salvini

Tuttavia, Matteo Salvini ne parla lo stesso e fa infuriare il Movimento 5 Stelle, che vuole smarcarsi dalla logica delle promesse elettorali irrealizzabili, che lo trascinerebbero ancora una volta sul terreno della vecchia strategia politica che proprio i pentastellati inizialmente volevano combattere, salvo restarne vittime.

Per questo Luigi Di Maio starebbe lavorando a una mediazione. La proposta su cui basarsi è quella dell’economista leghista Armando Siri che vorrebbe alzare uno degli scaglioni proposti per l’aliquota unica. In questo caso, la spesa sarebbe quella minima, ovvero i 25 miliardi di euro. Che resterebbero comunque senza coperture, almeno allo stato attuale dei conti italiani. La flat tax prevede una no tax area (quella che esenta il cittadino dal pagamento delle imposte) che sfiorerebbe i 10mila euro di reddito. Poi, una seconda aliquota al 24% fino ai 25mila euro di reddito, per arrivare infine a una terza aliquota al 43% per i redditi superiori ai 100mila euro. Proposte che fanno storcere il naso sia al ministro Giovanni Tria, sia ad alcuni esponenti della Lega che si occupano di materie economiche. Ma le elezioni si avvicinano e Matteo Salvini ha bisogno del definitivo colpo di coda.

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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