Vittorio Di Battista: «Tajani ha ragione su Mussolini, ma lui non è mai stato anti-fascista»

Al coro di critica nei confronti di Antonio Tajani per le sue dichiarazioni su Mussolini «che ha fatto anche cose buone prima della guerra» si aggiunge una nuova voce che in parte critica l’uscita infelice del presidente del Parlamento Europeo, mentre per il resto lo applaude. Si tratta di Vittorio Di Battista, padre dell’attivista M5S Alessandro, che non ha mai nascosto le sue simpatie per il Duce, facendo i complimenti a Tajani per le sue parole pronunciate a La Zanzara. La critica, però, viene mossa per il suo definirsi ‘antifascista’.

«Un doverosa precisazione – scrive Vittorio Di Battista su Facebook -. Per una volta che Antonio Tajani ha espresso un concetto condivisibile, mio malgrado, sono costretto a smentirlo. E non smentisco le sue affermazioni nei confronti del Mussolini ante guerra, uomo di riforme innegabili, ma quando, dopo essere stato criticato dai superstiti antifascisti, il soggetto, offeso e ferito nell’onore, si dichiara ‘da sempre antifascista’. E questo non è vero».

Vittorio Di Battista difende Antonio Tajani

«Tajani, da qualcuno indicato come parente, non si sa come, del maresciallo Badoglio, è stato visto prosperare nei locali del Secolo d’Italia, nei corridoi della sede nazionale del MSI e, udite, udite, fare il saluto romano (mano destra chiusa, braccio teso verso l’alto con inclinazione di circa 45°) ogni volta che incrociava un noto esponente neo fascista dell’epoca, il senatore Alfredo Pazzaglia, galantuomo originario della Sardegna». Accuse dure nei confronti di Vittorio Di Battista nei confronti del presidente del Parlamento Europeo.

Il problema è il dichiararsi antifascisti

E alla fine prosegue con il suo j’accuse nei confronti di Antonio Tajani: «Quindi, Antonio, cerca di essere serio.
Facevi il saluto romano o ti proteggevi dalle botte che ti voleva rifilare quel tale Pazzaglia, galantuomo originario della Sardegna?». Insomma, come già fatto in passato, per Vittorio Di Battista il problema non è esaltare Benito Mussolini, ma negare di esser – o esser stati – fascisti.

(foto di copertina tratta dal suo profilo Facebook, Roma, 10 maggio 2018)

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