L’accusa di Santoro: «La Lega usa voci di corridoio per costringere la Rai a bloccarmi»

28/02/2019 di Enzo Boldi

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di un probabile o presunto ritorno in Rai di Michele Santoro. Voci di corridoio che hanno portato alcuni esponenti della Lega a presentare un quesito alla Commissione Parlamentare di Vigilanza, nel tentativo di fermare un’eventuale rientro del giornalista nella televisione pubblica. Una mossa senza precedenti che ha spinto Santoro a scrivere una lettera alla Vigilanza e alla Presidenza della Rai, oltre che al presidente della Camera Roberto Fico. I rumors parlavano di un incontro con Carlo Freccero in vista della conduzione del programma di Rai2 Popolo Sovrano. Voce mai confermata. Anzi, smentita dal diretto interessato che ora passa al contrattacco sostenendo che il tutto sia stata una messa in scena per boicottare un suo futuro ritorno.

«In questi giorni si è parlato di un’interrogazione o di un quesito presentato (non so se, non so quando e in quale forma) in Commissione Parlamentare di Vigilanza da esponenti della Lega scrive Michele Santoro nella lettera pubblicata anche sul suo sito -. In estrema sintesi si chiedeva alla Rai ‘di sapere se a Santoro sia stato affidato dal Direttore di Raidue, Carlo Freccero, il compito di lavorare a un programma d’informazione e con quali compensi’. Si tratta di un’iniziativa senza precedenti».

La lettera di Michele Santoro dopo gli attacchi del Carroccio

Il quesito presentato da alcuni esponenti della Lega, infatti, non entra nel merito della questione lavorativa (accordi, trattative o eventuali contratti), ma sembra essere a tutti gli effetti un attacco personale. «Non solleva, infatti, obiezioni di merito su fatti, accordi reali o (cosa che sarebbe comunque grave) trattative in corso. In assenza di qualsiasi notizia di stampa sull’argomento, utilizza voci di corridoio per diffondere falsi allarmi e costringere la Rai a chiudermi la porta in faccia – prosegue Michele Santoro -. A scanso di equivoci, voglio precisare che discutere della conformità dei contratti e dei contenuti delle trasmissioni agli indirizzi parlamentari rientra perfettamente nelle prerogative della Commissione; ma ciò non può permettere di interferire sui diritti individuali e sulla libertà d’informazione che, fino a prova contraria, restano  principi costituzionalmente garantiti».

Le domandi improponibili della Lega

Oltre al merito della polemica, Michele Santoro sottolinea le richieste improponibili fatte dalla Lega alla Commissione di Vigilanza. Richieste che non riguardano la sfera professionale, ma che sembrano essere la più classica delle battaglie demagogiche e propagandistiche da parte del Carroccio, come già avvenuto nel recente passato. «‘È vero che Santoro tornerà a collaborare con la Rai? E con quali compensi?’. Sono domande improponibili, ledono il diritto privato e impediscono a un professionista di svolgere liberamente la sua attività; inoltre una siffatta formulazione assume un grado di deterrenza nei confronti non di una collaborazione esistente ma di qualsivoglia ipotetica futura collaborazione, quando la Costituzione Italiana ‘riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro, e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’.

(foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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