Prodi ci crede ancora

Ogni volta che è in difficoltà, il Partito Democratico si appella a Romano Prodi. Il fondatore dell’Unione, uno dei padri dei dem, punto di riferimento nell’universo dei progressisti è sceso in campo anche per promuovere le prossime primarie del Pd che si celebreranno nei gazebo in tutta Italia il prossimo 3 marzo.

Prodi invita gli elettori del Pd ad andare a votare alle primarie

Lo ha fatto con un video di un minuto, con il quale ha cercato di richiamare l’attenzione sugli elettori del Partito Democratico, delusi dalle ultime vicende del proprio schieramento e probabilmente disincentivati a scendere in piazza il prossimo finesettimana per esprimere la propria preferenza tra i tre candidati: Roberto Giachetti, Maurizio Martina e Nicola Zingaretti.

Perché votare Pd? Prova a spiegarlo lo stesso Romano Prodi: «Perché i partiti di governo non fanno altro che litigare, ci hanno diviso da tutti gli altri amici europei. E l’unico cambiamento può essere dato dal Partito democratico».

In effetti, il video di Romano Prodi ha avuto delle reazioni piuttosto contrastanti nell’audience. Anche gli elettori di sinistra storici sono rimasti perplessi di fronte a questa iniziativa dell’ex presidente del Consiglio, mentre l’elettorato nuovo – quello su cui una certa parte del partito ha provato a investire – non ha compreso la mossa.

La reazione sulla discesa in campo di Romano Prodi

Romano Prodi, tuttavia, sembra più che mai convinto di questa sua scelta: «Il Pd ha tardato troppo a fare il congresso, ma adesso ce l’ha fatta – ha detto l’ex premier mostrando i pugni in segno di esultanza -. Si tratta dell’unica alternativa credibile per tornare protagonisti con i nostri amici in Europa. Bisogna presentarsi in tanti ai gazebo per dare forza e sicurezza al nuovo segretario».

Romano Prodi aveva espresso in passato posizioni critiche nei confronti del Partito Democratico. Soltanto nello scorso mese di gennaio aveva sferrato un attacco al campo della sinistra, accusando il proprio partito di riferimento di non avere idee concrete. Ora, sembra essere tornato sui suoi passi. Una retromarcia che potrebbe giovare, ma che potrebbe anche provocare qualche malumore interno, soprattutto in quell’area renziana che bocciò la sua ascesa al Colle.

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