C’è un problema per avviare quota 100: l’Inps non ha ancora rappresentanza legale

26/02/2019 di Redazione

C’è un problema ad avviare quota 100, con rischio di rinvio. L’Inps, a una settimana dalla firma del decreto interministeriale per la nomina del commissario e del vicecommissario, nei fatti non ha ancora una rappresentanza legale. Lo spiega oggi il Sole 24 Ore (articolo di Davide Colombo e Marco Rogari) spiegando il caso di Francesco Verbaro, che è stato scelto come vicecommissario, incarico a tempo in vista dell’insediamento del presidente e del nuovo cda, e che ha un vincolo di conferibilità.

Ostacolo per quota 100: l’Inps senza rappresentanza legale

Una norma del decreto legislativo 165 del 2001, si legge sul Sole 24 Ore, esclude la possibilità di essere nominati alla guida di enti a soggetti che negli ultimi anni abbiano avuto rapporti di collaborazione o consulenza con organizzazioni sindacali, partiti o organismi che fanno capo alle parti sociali. E Verbaro ha avuto e ha tuttora rapporti con diverse casse previdenziali. Ora il governo starebbe valutando una soluzione tecnica, con un emendamento da inserire nel cosiddetto ‘Decretone’ che è all’esame del Parlamento, alla Camera, per definire ruoli e funzioni del vicepresidente Inps e introdurre deroghe sul divieto di incarichi a pensionati o dipendenti pubblici.

Il Sole 24 Ore spiega che, se questa fosse la strada, bisognerebbe aspettare la fine di marzo per la conversione definitiva del testo in legge: un periodo lunghissimo per lasciare l’Inps senza rappresentanza legale, mentre bisogna approvare reddito di cittadinanza e quota 100. Inoltre, l’attuazione delle due principali misure del governo Lega-M5S richiede anche una variazione di bilancio da adottare entro fine febbraio. E senza un presidente non si può procedere. Serve una soluzione rapidissima.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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