L’Agcom vuole sanzionare il razzismo sui media, ma Libero parla di «pulizia etnica delle idee»

22/02/2019 di Enzo Boldi

L’hate speech è uno dei maggiori problemi a cui il pubblico televisivo e radiofonico si esposto quasi quotidianamente. Un linguaggio fatto di odio, sessismo, discriminazioni e toni accesi solo nel tentativo di far valere la propria idea più degli altri. Per arginare tutto ciò, con gli spettatori e radioascoltatori vittime passive di questo clima, l’Agcom vuole approvare un decalogo che aumenterebbe la vigilanza sui vari programmi e trasmissioni per assicurare il rispetto verso tutti gli individui a rischio discriminazione. Una cosa saggia, ma per Libero si tratta di una «pulizia etnica delle idee».

Un concetto, scelto per lanciare l’articolo a firma del direttore responsabile del quotidiano Pietro Senaldi, non buttato lì a caso, nel tentativo di fare esattamente l’opposto di quanto prevede questo decalogo di tutela dell’Agcom che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo mese di giugno. Secondo l’articolo fazioso di Libero, una delibera simile ucciderebbe il dibattito e il contraddittorio televisivo (e radiofonico), andando solo a vantaggio degli «immigrati».

Il decalogo dell’Agcom per sanzionare l’odio nei media

Secondo Senaldi, dunque, è legittimo andare in televisione o in radio e – per fa valere la propria idea – fare quel che si vuole, insultando tutto e tutti senza dover incorrere in alcuna sanzione. E per far questo, Libero ha scelto un titolo (come spesso accada) molto capzioso: «Lo Stato ti multa se in tv parli male degli immigrati». Una goccia cinese che, ovviamente, fraintende (volontariamente) l’idea originale dell’Agcom cercando di fomentare ancor di più questo clima di intolleranza italiana che ogni giorni aggiunge nuovi episodi a questo triste romanzo.

A tutela di tutte le minoranze e dei soggetti deboli, non solo dei migranti

L’esasperazione del concetto, infatti, sta nel fatto che la tutela l’Agcom vorrebbe mettere in atto non riguarda solo le minoranze etniche, linguistiche e religiose, ma tutte quelle categorie di persone considerate deboli e a rischio, come per esempio le donne vittime di violenza e stalking. Che si fa ora? Ci si fa gli applausi per un bollino rosso sulle denunce e poi si lascia libertà di insulto Libero in televisione?

(foto di copertina: ANSA/ Mario De Renzis)

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