L’Espresso rivela la trattativa segreta per finanziare le europee della Lega con soldi russi

L’Espresso ha garantito di riuscire a dimostrare alcuni fatti che si sarebbero svolti in una sorta di triangolo commerciale tra Roma, Milano e Mosca e che avrebbero portato una società di petrolio russa, molto vicina a Vladimir Putin, a finanziare la campagna elettorale delle europee di Matteo Salvini e della Lega. Un finanziamento russo fatto passare per accordo commerciale: soldi in cambio di petrolio della tipologia Gasoil EN 590 standards Udsl.

Finanziamento russo per la Lega di Salvini?

Lo stock di carburante dovrebbe essere venduto da una compagnia russa a un’azienda italiana, in modo tale da finanziare il partito di Salvini. L’Espresso, tuttavia, precisa di non essere a conoscenza del fatto che la trattativa sia poi andata in porto. Tuttavia, ha dichiarato di poter dimostrare che questo tipo di trattativa c’è stata, cosa che comporterebbe chiaramente una grave ingerenza della Russia nell’intera politica europea, non soltanto in quella italiana.

L’inchiesta andrà in edicola il 24 febbraio prossimo ed entrerà a far parte della pubblicazione a stampa intitolata Il libro nero della Lega. Un intreccio che ha sullo sfondo la vicenda dei 49 milioni di rimborsi elettorali scomparsi dalle casse del Carroccio.

Il punto d’incontro fra la Lega e il finanziamento russo

L’Espresso concentra la sua attenzione sempre su Gianluca Savoiniun uomo molto vicino a Matteo Salvini che già in passato è stato al centro di pericolose triangolazioni proprio con la Russia di Vladimir Putin. Collaboratore e punto di riferimento per diverse associazioni filorusse sul territorio italiano, stando al settimanale, avrebbe fatto da perno anche in questo caso. L’Espresso ha indicato la data cruciale del 18 ottobre 2018, quando Savoini – il giorno dopo della visita di Matteo Salvini a Mosca, per un convegno organizzato da Confindustria – avrebbe incontrato alcuni uomini d’affari russi per parlare della questione. Ci sono fotografie che testimoniano questo incontro.

L’Espresso ha anche chiesto un commento ufficiale al ministro dell’Interno Matteo Salvini, inviando le sue domande a due indirizzi mail. Tuttavia, la rivista non ha mai avuto una risposta. Intanto, l’inchiesta del settimanale sta già facendo discutere. Arrivano le prime richieste di chiarimento al ministro dell’Interno, specialmente attraverso i politici dell’opposizione. A farsi delle domande legittime sono l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, Salvatore Margiotta e Andrea Rossi, esponenti del Partito Democratico.

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