Il premier Conte chiarisce che «Di Battista non è il governo»

14/02/2019 di Redazione

Non tutti la pensano nello stesso modo, nei grandi partiti. Non tutti la pensano nello stesso modo, nei governi e nelle coalizioni. Anche su questioni rilevanti. E il Movimento 5 Stelle e l’esecutivo giallo-verde non fanno certamente eccezione. Lo confermano le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, in un colloquio con il Corriere della Sera pubblicato oggi, parlando della situazione in Venezuela e del presidente Nicolas Maduro, ha preso le distanze dalle posizioni espresse dall’esponente M5S Alessandro Di Battista, uno che che non è ministro o parlamentare ma che sa far sentire il suo peso. L’ex deputato negli ultimi giorni ha attaccato l’Europa, ritenuta colpevole di aver appoggiato il presidente dell’Assemblea legislativa Juan Guaidò.

Venezuela e Maduro, Conte: «Di Battista non è il governo»

«Lo ripeto – ha detto il premier Conte su Maduro –: non lo abbiamo mai appoggiato. D’altronde, come risulta dalla lettera di Papa Francesco pubblicata dal Corriere, se le elezioni non sono credibili né democratiche, il discorso finisce lì. Maduro non può pensare che si assecondi una deriva del genere. E, se permette, anche noi siamo stati sempre chiari». E poi, sull’esponente M5S: «Di Battista non ha un ruolo di governo. E le sue posizioni non lo rispecchiano. E, ripeto, non siamo isolati. Solo che non possiamo incoronare Guaidò adesso. Altrimenti dovremmo fare la voce grossa, spedire ultimatum, dare gli otto giorni che poi diventano nove, dieci, undici. E l’opzione militare non è percorribile. Vogliamo arrivare a elezioni libere in modo diverso. Per facilitarle e affrettarle. Maduro da me non può certo permettersi appoggiato».

Conte nel colloquio ha parlato soprattutto delle critiche ricevute in Europa. Secondo il premier per chi lo ha attaccato al Parlamento Europeo «è stato il canto del cigno». Sull’aggressione verbale subita Conte ha parlato di «attacchi scomposti» e ha commentato: «Me li aspettavo, gli attacchi. Non prevedevo la scompostezza, le falsità. Ho avuto l’impressione che per alcuni parlamentari europei, il discorso di martedì sia stato il canto del cigno». E poi: «Il mio è un governo che esprime il cambiamento in atto in Italia e in Europa. Per questo mi hanno attaccato. Molti di loro sanno che non verranno rieletti. Sono figli di forze con un vecchia ispirazione. Il nuovo vento li spiazza. Ma dispiace solo che per colpirmi siano ricorsi a falsità, tipo che facciamo morire i bambini africani in mare o che difendiamo il Venezuela di Nicolas Maduro».

(Immagini di copertina da archivio Ansa)

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