Eccidi delle Foibe: oggi è la Giornata del Ricordo

Oggi, domenica 10 febbraio, è il giorno del ricordo. Una giornata che richiama la data della firma dei trattati di pace di Parigi del 1947, per rinnovare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra (1943-1945), e della più complessa vicenda del confine orientale», come recita la legge 92/2004 che la istituisce come festa nazionale. Ieri si è tenuta la cerimonia presso il palazzo del Quirinale, occasione in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un appello a non dimenticare sia le vittime, sia lo spirito europeo,, che deve essere «protetto dalle insidie contemporanee»

Sergio Mattarella ricorda gli eccidi delle foibe

«Celebrare la giornata del Ricordo significa rivivere una grande tragedia italiana, vissuta allo snodo del passaggio tra la seconda guerra mondiale e l’inizio della guerra fredda» ha dichiarato Sergio Mattarella durante il discorso di sabato 9 febbraio dal palazzo del Quirinale. «Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente», che «non si trattò – come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare – di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni». Mentre il Capo dello Stato parla dei «circa duecentocinquantamila mila profughi, che tutto avevano perduto, e che guardavano alla madrepatria con speranza e fiducia, ma non sempre trovarono in Italia la comprensione e il sostegno dovuti» in molti hanno colto anche un riferimento all’attualità. Le politiche legate all’immigrazione, al nazionalismo e anche al contesto europeo sembravano un grande elefante dentro la stanza. «L’ideale di Europa è nata tra le tragiche macerie della guerra, tra le stragi e le persecuzioni, tra i fili spinati dei campi della morte – ha continuato Sergio Mattarella-  Si è sviluppata in un continente diviso in blocchi contrapposti, nel costante pericolo di conflitti armati: per dire mai più guerra, mai più fanatismi nazionalistici, mai più volontà di dominio e di sopraffazione».

Eccidi delle Foibe, Matteo Salvini: «Mai più in Italia morti di serie A e morti di serie B»

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini sarà presente oggi insieme al Presidente del parlamento Europeo Antonio Tajani alle celebrazioni a Bosovizza, vicino Trieste. Gia questa mattina Salvini aveva però twittato in ricordo dei martiri delle Foibe, perché «non ci siano più in Italia morti di serie A e morti di serie B». Parlando poi di fronte alla Foiba di Basovizza ha aggiunto che «non esiste un “però” per Auschwitz e un “però” a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri». Il vicepremier ha detto che dopo oggi si porterà «a casa qualcosa: verità, giustizia amore e libertà». Ha poi concluso il suo intervento dicendo che si impegnerà affinché  «perché su tutti i banchi di tutte le scuole italiane la storia non si fermi, perché non ci siano stragi dimenticate. Per questo faccio affidamento su insegnanti su donne su uomini educatori liberi che portino in classe il passato affinché il futuro non riproponga mai orrori simili».

Forza Italia: «Grazie a Berlusconi è finita la cortina del silenzio»

Anche Giorgia Meloni ha preso parte alla commemorazione. «Non posso nascondere l’emozione di tornare anche quest’anno, il 10 febbraio, a Basovizza. – ha dichiarato il presidente di Fratelli D’Italia – Ho iniziato a fare politica quando di Foibe era proibito parlarne, quando nelle assemblee studentesche venivamo aggrediti dagli alfieri dell’antifascismo. Oggi il ricordo delle vittime delle Foibe e dell’esodo istriano, giuliano e dalmata, è memoria condivisa da tutti. Abbiamo vinto, l’Italia ha vinto». In una nota Marta Fascina deputata di Forza Italia rinnova la necessità di ricordare «tanti italiani, fiumani, dalmati ed istriani barbaramente uccisi o costretti ad abbandonare la propria patria, i propri beni ed affetti a causa della barbara e sanguinaria ideologia titina di matrice comunista». Secondo la deputata è stato « soltanto grazie all’iniziativa culturale del governo Berlusconi, che nel 2004 ha istituto la Giornata del ricordo» che si è posto «fine alla aberrante cortina di silenzio politico e culturale, durata mezzo secolo con la complicità di una sinistra politica ed un’élite intellettuale omertosa e negazionista».

 Roberto Fico: «Il ricordo aiuti a garantire pace e stabilità in Europa e nel mondo»

Anche il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha concentrato le sue dichiarazioni sull’importanza di non dimenticare quanto successo. L’isituzione del giorno del Ricordo «ha avuto il merito di aver portato alla luce una delle pagine più drammatiche della storia del nostro Paese: quella dell’orrore delle foibe, dell’esodo forzato e di tutte le violenze perpetrate ai danni di migliaia di donne e uomini, lesi nella loro dignità e privati dei loro diritti umani fondamentali». «Una tragedia immane, per troppo tempo taciuta e relegata nella dimensione privata degli esuli che, per molti anni, hanno portato da soli il peso enorme di quei tragici eventi» ha poi aggiunto Fico, richiamando il «dovere morale e civile» di trasmettere la memoria per assicurare sopratutto alle nuove generazioni un’adeguata e approfondita conoscenza di quanto accaduto lungo il confine orientale. «Solo mantenendo vivo il ricordo e alimentando la riflessione su questo abominio della storia, che ha preso forma dalla discriminazione etnica e dall’odio verso chi è portatore di posizioni politiche diverse – ha continuato –  contribuiremo a costruire un futuro in cui simili tragedie non si ripetano mai più. E a garantire pace e stabilità nel nostro continente e nel mondo».

(Credits immagine di copertina: ANSA/CRISTIANA MISSORI)

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