Matteo Salvini attacca: «Azzerare Bankitalia e Consob»

Matteo Salvini ne ha per tutti. A cominciare da Banca Italia e Consob i cui vertici «andrebbero azzerati, altro che cambiare una o due persone, azzerati» dice il ministro dell’Interno davanti all’assemblea degli ex soci della Popolare di Vicenza. E non si tratti e nemmeno su Europa e Macron.

Salvini contro tutti: Dall’Europa fino a Banca Italia

La nomina di Paolo Savona a guida della Consob ha colpito, o perlomeno stupito. Dopo oltre 4 mesi di stallo il governo gialloverde si è accordato sulla nomina dell’attuale ministro per gli Affari europei a Presidente della Commissione nazionale per le società e la Borsa, relegando a Marcello Minenna, candidato principe dei 5 stelle e oggi capo dellufficio analisi quantitative dell’authority , il ruolo di segretario generale, con buona pace della neonominata Giulia Bertozzo, che aveva assunto quel ruolo solo 8 mesi fa. «Venendo qua, leggevo che c’è il governo che sta mettendo le mani su chi governa le banche -ha dichiarato Matteo Salvini incontrando gli ex soci della Banca Popolare di Vicenza-  Stiamo facendo l’esatto contrario. Se noi siamo qua, se voi siete qua col conto corrente in rosso, è perché chi doveva controllare non ha controllato. Dov’erano questi signori di Bankitalia e di Consob mentre quegli altri mangiavano?». Matteo Salvini è arrivato dai vicentini molto agguerrito, e nei suoi discorsi non risparmia proprio nessuno. E in un’attacco che si rispetti, non può mancare la freccia scagliata contro l’Europa, in particolare in questo caso sulla tutela del risparmio. «Sento dire che questa cosa del fondo per i risparmiatori all’Europa non andrebbe bene -dice il leader del Carroccio – Se all’Europa va bene, d’accordo, se all’Europa non va bene, per noi va bene lo stesso». Il fondo a cui si riferisce è il fondo di indennizzo ai risparmiatori (Fir)  inserito dal governo nella legge di bilancio e del valore di 1,5 miliardi di euro. E parlando dell’Europa, Salvini non può esimersi dal nominare anche Emmanuel Macron. «Non siamo noi litigiosi, sai cosa me ne frega a me di litigare con Macron? Mi alzo alla mattina pensando al mio lavoro, non a Macron» dice il ministro che solo pochi giorni fa aveva tentato di appianare i rapporti con la Francia invitando l’omologo ministro Christophe Castaner. E sull’immigrazione asserisce: «Se per risolvere il problema dell’immigrazione avessi dovuto attendere Bruxelles avremmo aspettato 6 anni, e invece siamo andati da soli. Mi è costata qualche inchiesta però… noi facciamo da soli».

(credits di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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